venerdì 26 marzo 2010

Santoro: il sapore amaro della vittoria

Michele Santoro ha vinto la sua battaglia. Rai per una notte, trascendendo dal colore delle bandiere che garrivano al vento del PalaDozza di Bologna, è stato un evento mediatico di straordinario impatto, antesignano forse di un nuovo modo di vendere l’informazione (o disinformazione fate un po’ voi), a dimostrazione che non per forza si deve convivere con il monopolio Rai-Mediaset.

Santoro gongola sulle percentuali di share (13%) e sui tantissimi contatti via internet, strada già lungamente battuta da Beppe Grillo e dai suoi tanti seguaci. C’è un mondo che si muove, certamente da gestire con oculatezza, ma che può far paura (Cina docet) ai potenti e a chi vuole offuscare la verità; un mondo dove le parole non vengono filtrate, gli accadimenti non travisati a seconda dello schieramento politico, un mondo di libertà. Ed è quello che Santoro e i suoi commensali hanno urlato a squarciagola ieri sera contro l’oscurantismo dell’informazione ingiustamente imposto in periodo pre elettorale, impedendo a noi, miseri mortali fruitori di un servizio che non c’è più, di capire e di sapere, di sentire e di giudicare con la nostra testa. Volo sopra alla diatriba Destra-Sinistra, plano su concetti di libertà e democrazia ormai diventate vuote ed insignificanti parole da occultare in un impolverato vocabolario. Libertà di conoscere i fatti, e non le interpretazioni, di credere in un’ideale politico, qualunque esso sia, senza essere insultati per questo, ed ascoltare il suono delle diverse campane, non stonanti a colpi di insulti, ma libere di confrontarsi e di proporre le proprie idee. Invece viviamo una drammatica stagione di violenza, di opposizione, di destra corrotta contro sinistra perbenista e viceversa, di giornalisti e politici lacchè che perdono, giorno dopo giorno, credibilità. Andremo a votare, domenica e lunedì, dopo aver assistito ai più beceri quadretti tra trans e prostitute, corrotti e corruttori, bufale e finte promesse con la certezza che nulla cambierà, perché nulla può cambiare. E intanto una Paese rotola nel fango e nella mestizia più totale: lo capiranno i Berlusconi, i Bersani e delle loro gesta i cantori ? E soprattutto lo capiremo tutti che è giunta l’ora di dare a costoro un segnale chiaro e forte che il vaso è colmo e, parafrasando Santoro, non vorremmo farla fuori ?

Nessun commento:

Posta un commento