giovedì 1 aprile 2010

Se fosse calcio....

Se Cota - Bresso fosse stata una partita di calcio, sarebbe finita 2-1 con il più classico dei goal (o autogoal, ma al giorno d'oggi le perle alla Niccolai non fanno più testo) in zona Cesarini e con un fiume di polemiche post partita su arbitri (Grillo), rigori rubati (i voti di Grillo), presunti falli da tergo non puniti (sempre di Grillo, of course). E allora, con un sorriso sulle labbra e senza voler scatenare polemiche, diamo le pagelle ai protagonisti, com'è nella tradizione ormai di ogni quotidiano che si rispetti.


TEAM COTA

Scende in singolar tenzone con un classico 4-3-1-2, brandendo la spada come un novello Alberto da Giussano e celando, con il fiero incedere, pecche difensive apparse evidenti sul vantaggio degli avversari. Su tutti Bossi (Lega 9) che ha sorpreso per vivacità ed intraprendenza detrattori e compagni (pardon, camerati) e realizzato un goal da cineteca che per almeno 5 anni verrà ricordato. Al suo fianco, un buon Lupi (Verdi Verdi 8), spalla ideale che, seppur schierato in una fascia che poco gli si addice (sinistra), è stato sublime nell'annichilire il diretto antagonista Bonelli e nel ribadire che è lui il simbolo della nuova linea verde.

Rimesso in sesto da suadenti massaggi, il Cavaliere Errante (PdL 7) ha il merito di aver tenuto bene il campo, malgrado le sirene di Ulisse lo avessero dato lontano da una forma accettabile. Suo il goal della vittoria al 90° (poteva essere altrimenti) in una prestazione tra alti e Bassi che spesso ha mandato in confusione il reparto centrale avversario, illusorio estro ben supportato dalla secolare esperienza di Fatuzzo (Pensionati 7) e dal dinamismo di Scanderebech (Al Centro 6) che, senza infamia e senza lode, ha portato a casa il suo compitino. Scadente invece, nel trio di centrocampo, la performance di De Giuseppe (Consumatori 3), la cui presenza è risultata totalmente inutile alla causa tanto da rischiare di essere rimessa in discussione per il proseguio del campionato.

La difesa, per canto suo, ha sofferto poco grazie soprattutto all'inconsistenza dell'offensiva avversaria; ha però dimostrato, in quelle poche occasioni, sbandamenti paurosi soprattutto nella coppia centrale Pizza-Pionati (Centro 4), mai in grado di arginare il ciclone Di Pietro, e in Caldoro (nuovo Psi 4). Salva il reparto Storace (La Destra 6) che copre bene il fascio di competenza bilanciando le nefandezze altrui. Chiusura dedicata a Fini (PdL s.v.), estremo difensore di una compagine tutta d'attacco. Triste e pensieroso come il portiere di Umberto Saba, cela contro terra la faccia per non vedere l'amara verde luce del "Legaiol" successo.

TEAM BRESSO
Troppo prudente è apparso il 4-5-1 schierato dal Mister. Lasciare da solo Di Pietro (IdV 8) è stato un errore tattico che ha finito per agevolare il nemico. Il goal aveva illuso, ma proprio di fronte all'inconsistenza difensiva altrui si doveva osare di più. Lo doveva fare Bersani (PD 5) le cui rare giocate sono sembrate fini a se stesse e prive di quel guizzo, quella genialità che la Curva Rossa si aspettava da lui. Peccato, perchè il supporto di Bairati (Insieme 7) e Portas (Moderati 7) è sembrato costante ed efficace, ma non sempre capito e trasformato in arma vincente. E che tattica non fosse stata disegnata, lo si è intuito nel veder Casini (Udc 6,5), autore si di una pregevole prestazione individuale, ma troppo libero di vagar da fascia a fascia. Il suo continuo girovagare ha creato qualche scompenso nel reparto centrale avversario che ha però saputo, a gioco lungo, prenderne le misure ed arginarne l'impeto facendolo risultare innocuo ed inutile. A chiudere il quintetto un Vendola d'annata (Sin. Ec. 6) che abbiamo visto però esprimersi meglio su altri campi. Ma se discutibile è apparsa la tattica, che dire della scelte difensive ? Se Staunovo (Pensionati e Invalidi 6) e Pannella (Lista Pannella 6) hanno portato a casa la cosidetta pagnotta, disastrosa si è rivelata la scelta di Bonelli (Verdi 4), travolto come un Tav da Lupi, e Nencini (Socialisti Uniti 4), garofano mai sbocciato nella mestizia di una primavera ritardata. Mai una sovrapposizione sulle fasce, mai una copertura azzeccata a protezione di Ferrero (Fed. Sin. 3), apparso tra i pali impacciato ed insicuro (era proprio imparabile la stoccata finale del cavaliere?) e tristemente avviato sul viale del tramonto.
Un giudizio sugli Allenatori ? Ovviamente abbiamo scherzato, anche se sulla politica pare non sia possibile farlo. Di una cosa però siamo certi: non ci saranno casi di doping, visto che Cota ha deciso di non utilizzare pillole.

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