mercoledì 18 maggio 2011

Caro Pier Luigi...


Caro Pier Luigi,
fa effetto vederLa così sorridente uscire da quel buio tunnel che la Sua Sinistra aveva intrapreso senza riuscire a vedere, al fondo dello stesso, un barlume di luce chiamata speranza.
Paiono passati secoli da quei giorni tristi in cui i resuscitanti del Suo schieramento parlavano di confronto interno, di leadership monca, di necessità di un nuovo vigore per dar lustro ad un’autentica alternativa politica; invece… 
Invece, improvviso come un temporale d’agosto, ecco il varco sognato, il tentennamento tanto vaticinato, la quasi caduta del Cavaliere che prima si fa uccellare nella sua Milano e poi vede sfilarsi piano piano da sotto il tavolo quella terza gamba (al secolo i Responsabili) che sorreggevano il traballante tavolino del Governo.
Ora tocca a Lei, caro Segretario, sferrare il montante definitivo ad un pugile ormai sulle ginocchia pronto all’epocale Knock down e rilanciare la sinistra candidatura all’italico governo, anche se, proprio così facile, non pare essere.
Vero è che la vittoria del sabaudo Piero suona come la trombetta assaltatrice che trascina le truppe contro il nemico, ma questa vittoria, schiacciante invero, ha certamente trovato terreno fertile nella buona conduzione di Torino del suo predecessore (che ora, immagino, passerà alla cassa), nella solidità del candidato proposto e, questo mi sia consentito senza offesa, nella pochezza del generale che le truppe pidielline hanno a lui opposto.
Ma se il buon Chiamparino passerà alla cassa, che dire di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli ? Sicuramente alla stessa cassa passeranno i padri deputati, al secolo Vendola e Di Pietro, in un’alleanza verso la quale molti dei suoi compagni di partito storcono il naso.
Ancora brucia il tradimento dell’estrema sinistra nell’ultima esperienza governativa (senza citare il precedente capolavoro d’alemiano) tanto da far riflettere su quanto sia rischioso ricevere nel proprio seno questi presunti estremismi che rischiano di inscenare commedie già viste e di cui l’Italia attuale non ha certo bisogno.
Come fare, caro Pier Luigi ? Accettare tutto questo o dirigersi verso sponde più tranquille, verso quel terzo polo di cui ancora non si intravede la consistenza, magari accorpando lo spirito leghista in una coalizione anti Cavaliere ?
E se Milano e Napoli, per mancanza di accordi, tornassero nelle mani di Slivio ?
A Lei l’ardua sentenza, caro Segretario, una mossa che, se azzardata, rischierebbe di affossare definitivamente quel po’ di Sinistra che è rimasta riconsegnando il Paese all’uomo nero che nessuno di Voi vuole più.
Un’ultima considerazione, forse non rivolta a Lei ma a chi nel suo feudo ha deciso di guerreggiare contro Grillo additandolo come colui che ha frugato nelle casse della Sinistra per sottrarre voti: visto che, con candidati credibili, si può vincere anche con il Movimento presente ?

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