lunedì 5 dicembre 2011

PD: Partito Distrutto

Lacrime amare (forse di coccodrillo) solcano le sofferenti guance del neo ministro del Welfare Elsa Fornero; lacrime che si uniscono a quelle di un popolo, del solito popolo, colpito da una manovra economica che tutti cercano di farci intendere necessaria ma che, alla fine, colpisce sempre e solo i soliti noti.
Dalla desolazione di una manovra che sa di deja vu si evidenzia ancor di più l'inadeguatezza di una classe politica incapace e timorosa che ha preferito lasciare nelle mani di nuovi boia la mannaia da far cadere sulle nostre teste, sperando così di salvare la faccia di fronte ad un elettorato che, spero vivamente, sappia ricambiare alle prossime consultazioni tante pochezza ed inettitudine.
Ma il dramma vero, oltre a quello di un popolo scornato, lo sta forse vivendo quel partito che ad un certo punto ha creduto di poter riprendere lo scettro e invece, al suo posto, si è ritrovato il famoso cetriolo dell'ortolano: il PARTITO DEMOCRATICO.
Ha voglia Bersani a trovar metafore per spiegare al mondo la sua debacle, totale di fronte alle voci che compongono la manovra e nella quale non si trova traccia di "batoste" ai ricchi evasori del nostro stivale.
Inutile ora dirci che il sacrificio è necessario, che non si poteva fare altrimenti, che quella era l'unica strada percorribile: il PD esce da questa manovra con le ossa ancora più rotte e con la desolante sensazione di essere uno dei grandi tumori della nostra politica.
Incapace di decidere quale alleanza creare, in costante bilico tra l'odioso centrismo di Casini e l'estremismo di Vendola e Di Pietro, l'ennesima perla di una collana ricca di nulla si è concretizzata ieri sera, e ora il vaso pare veramente colmo.
Salirono sul carro dei vincitori quando capirono che i referendum di giugno potevano dare un risultato inatteso, dopo averli criticati, osteggiati e denigrati.
Vinsero a Milano e Napoli grazie alla sinistroide forza di Pisapia e De Magistris, candidati da loro malamente digeriti, ed ora si ritrovano con un elettorato al quale spiegare perchè, come sempre, solo i ricchi evasori in Italia non piangono.
Certo, è magra consolazione sapere che a pagare politicamente saranno soprattutto loro, visto che economicamente la Monti band ci ha rifilato una batosta indimenticabile e che non mi sembra, al di là dell'equità o meno, la panacea ai mali nostri e dell'Europa; ma se il salasso è necessario a salvare il Paese, lo deve ancor di più essere per spingerci a capire che questa classe politica e dirigenziale, collusa fino al midollo, non può e non deve più essere messa nelle condizioni di governare un Paese completamente alla deriva.

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