lunedì 4 marzo 2013

Gigetto e l'Uva

Corri Gigetto, corri e fottitene dell’orgoglio. Lancia il tuo cuore oltre l’ostacolo, e non curarti di chi proverà ad intralciare il tuo cammino perché già tanti cercano di sgambettarti in questi allucinanti giorni. C’è chi dice no, come il burbero Fassina e tante vecchie mummie resuscitate dal sarcofago e c’è chi dice forse, come Veltroni e altri opinion leader della Sinistra. C’è chi strizza l’occhio come Nichi o chi fiero mostra il petto allo scontro come il redivivo don Matteo, prima silurato a suon di primarie e poi riportato in auge dagli immancabili rimpianti figli del “se avessimo”.


Ma sotto sotto c’è lui, il baffetto vibrante che non vedrebbe male riaprire quella bicamerale piena di polvere e ragnatele e riprovare ad amoreggiare con l’ex nemico giurato, quello per cui sei esistito in questi lunghissimi anni.
Ma tu, Gigetto, non fermarti. Da buon Fedro del Duemila cerca di afferrare l’inarrivabile uva e continua a rincorrere l’amata che, come tutte le donne belle e irraggiungibili, prima sono stronze, poi te la rifiutano e ti lasciano con in mano la sola rabbia per un grande sogno d’amore che non troverà mai, se non nella tua mera illusione, l’agognato coronamento.
Certo che essere un simpatizzante del PD non dev’essere facile in questo periodo. Voci disparate che si intrecciano ed ognuna propone una soluzione che è l’esatto contrario dell’altra, creando una confusione letale che non vuole tener conto di una semplice quanto banale conclusione: Grillo e il suo movimento non hanno intenzione di stringere alcuna alleanza.
E’ stato chiaro prima, durante e dopo il voto, ed è uno dei capisaldi del programma dei 5 Stelle (probabilmente quello per cui hanno raccolto una messa gigantesca di voti) anche se, con furbizia e falso ardore, si fa finta che così non sia per scaricare su di loro il fallimento della politica italiana.
No, mio caro, il fallimento siete voi. Siete voi che per vent’anni vi siete alternati con la Destra mantenendo regole del gioco che facessero comodo a tutti, compresa quella mancata modifica della legge elettorale spinti dal convincimento che l’ultima tornata si sarebbe rivelata una “passeggiata di salute”. Siete voi che avete tradito, in quegli immani spazi concessi dal Napoleone di Arcore, dilaniandovi le membra mentre lui comprava nuovi adepti tra una lap dance e l’altra.
E sempre voi avete contribuito, con responsabile appoggio, ai saldi di fine stagione di Full Monti votando leggi sanguisughe e contribuendo non poco non solo al totale fallimento del sistema Italia, ma alla completa alienazione della sovranità nazionale in favore di chi lo sappiamo bene.
E ora, dopo questo disastro, vorreste addossare le colpe della vostra incapacità al neofita movimento di Grillo ? Vorreste farci credere che sia lui il responsabile di tutto questo dimenticando persino in qualche bordello di periferia lo storico nemico Silvio ?
Assurdo, come assurda è la disperata ricerca di un'alleanza che avreste avuto con una condotta più consona, magari evitando che la vostra fabbrica del fango distruggesse lo scomodo ma utile Di Pietro, magari rallentando l’emorragia di una diaspora di voti legata anche al non rinnovamento dei quadri dirigenti o, peggio ancora, legandola alla speranza che si potesse tendere la mano a quei Monti e Casini pesantemente puniti, invece, da un elettorato stanco e disilluso.
Dagli errori, pare, non si riesca ad imparare nulla di buono, e così si continua nell’atavico errore di addossare agli altri le colpe dei propri limiti, aiutati da una stampa di regime che ancora non ha ben compreso l’impatto dirompente dello tsunami Grillo e che mai si potrà dare la fiducia a chi vuole la Tav.
Certo, le sirene di Ulisse rischieranno di incatenare alcuni nuovi adepti con il tintinnio del denaro sonante e della notorietà; ma i 5 Stelle sapranno resistere a tale richiamo perché consci di essere i protagonisti di una nuova era e perché per cento che siederanno in Parlamento ce ne sono milioni fuori pronti a controllare i controllori e a chiederne l’esilio qualora deviassero lungo il cammino.
Ecco, caro Gigetto, una risposta alla tua citazione vascorossiana l’ho data: “C’è chi dice no” ai tuoi diktat e "C’è chi dice no" ad un modo di fare politica ormai vetusto e superato. E, per tua fortuna, queste riflessioni le ha scritte un ignorante come il sottoscritto perché, se fossero state scolpite dalla mano di Grillo, più che Vasco avresti ricevuto per l’ennesima volta citazioni puramente “masiniane”…

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