lunedì 29 marzo 2010

Campionato: venti di bufera

Come un novello Rugantino Ranieri aveva chiesto al Ponentino di soffiare sul campionato e a Roma di non fare la stupida sabato sera ma di aiutarlo a consumare quella piccola vendetta dell’uomo offeso dal collega Mourinho.

E Roma ha risposto, con una bufera su un campionato già dilaniato dagli strali della polemica, volando sopra a tutto, anche agli evidenti errori arbitrali e fermando l’armata nerazzurra che ora ne ha ben donde di tremare. Volano i giallorossi a meno 1 ed è credibile la loro rimonta, molto più di un Milan che, seppur vicino, pare aver perso il treno per lo scudetto. Trema Inter, perchè il calendario, gli impegni e la testa gridano Roma e perchè il Capitano è pronto a dare il suo ferale contributo. I ragazzi di Mourinho, forse, sono più proiettati sulla Champions, ma la strada è ancora lunga e dopo la presumibile passeggiata moscovita arriveranno avversari ostici che potrebbero bloccarla nella marcia verso Madrid. La Roma invece ha tutto: grinta, furore agonistico, giocatori fondamentali che stanno ritrovando il bandolo della matassa (attenti anche al redivivo Toni), entusiasmo e un Signore in panchina di rara professionalità e signorilità, quella che ha portato via con se dalla piazza impazzita del regno sabaudo. Eh si, perchè se da una parte è giusto esaltare la compagine giallorossa, dall’altra volano schiaffoni che, seppur rappresentino il pensiero di milioni di tifosi bianconeri, devono essere gioco forza condannati. La violenza gratuita è figlia non solo della rabbia, ma anche della stupidità che ha pervaso la testa di quel tifoso juventino che, in nome di una disfatta sportiva, s’è sentito in dovere di colpire Zebina come in una zuffa da cortile. Bravo l’esterno francese a non reagire ma queste sono cose che non devono accadere. La squadra è in crisi, e non sembra essere sufficiente il brodino degluttito difficoltosamente contro l’Atalanta; questo però non giustifica l’aggressione fisica e se in quella maglia, in quei colori si continua a credere, meglio il silenzio e l’indifferenza che una manifestazione a calci e pugni.

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