lunedì 29 marzo 2010

"Mino" Pautasso e il voto

Giacomino Pautasso, “Mino” per gli amici, ieri compiva 80 anni. Una vita nei campi, in piedi quando il sole dorme ancora e a casa quando da dietro le montagne lo saluta in attesa di un nuovo giorno. Accompagnato nel suo incedere dal fido compagno, un bastone intarsiato regalatogli dal nipote Fabrizio, si è recato alla Messa, poi al bar per due dita di buon vinello, e piano piano si è diretto verso il Municipio perchè si doveva votare.

E lui lo ha sempre fatto, seguendo la sua coscienza, e dicendo sempre si a tutti i consigli che gli venivano dati. Si al parroco che gli indicava lo Scudo Crociato, si agli amici leghisti per combattere la Roma Ladrona, si ai compagni coltivatori perchè in fondo la Coldiretti tanto lo ha aiutato nel recente passato. Ma Mino ha le sue idee, sorride, e pensa cosa potrà dargli la Bresso, candidata del Centro Sinistra e cosa Cota, la bandiera del Centro Destra. “In fondo ora ce ne sono solo due da scegliere” pensa e ripensa; ma quando il Presidente di Seggio gli spiana il verde lenzuolo, esplode con un “Boia Faus” che sintetizza in dialetto tutto il suo stupore. Non sono solo due, avrà pensato: c’è anche questo Rabellino e questo Bono. E questa marea di simboli, cosa diavolo sono ? “Bono ne ha uno solo, ah… Grillo, il comico… E’ ancora vivo, sono anni che non lo si sente in televisione”. E Cota ? ha la sua lista, ma con quell’altro (Rabellino) c’è un “Patto dei Liberali Lista Cota”: e qual è quello giusto ? E lo Scudo Crociato ? Uno è a sinistra, altri due a destra: come può lo stesso partito essere così diviso e quale sarà quello che vuole il parroco ? Anche i Socialisti stanno di qua e di là, stesso fiore in campi diversi, e i Verdi contro i Verdi Verdi. La confusione lo assale perchè anche i Pensionati appoggiano entrambi i candidati e la Lega sta in parte con Cota e in parte con Rabellino. Scappa da ridere, a Mino, quando vede i Consumatori schierati a destra: “Ma i consumatori non erano di sinistra e i commercianti di destra ?”, ma poi ripiomba nell’oblio quando vede il “Grillo Parlante” con Rabellino e non con il Grillo a 5 stelle. Appoggia il suo inseparabile cappello e nel gesto di grattarsi la pelata sintetizza tutti i suoi dubbi, le sue perplessità su una politica sempre più complicata e confusa. Mino appone così la sua croce, con mano tremula per l’incedere del tempo e per la paura di sbagliare; ripiega il lenzuolo e torna lemme lemme verso casa sua senza quel sorriso che prima lo accompagnava. Domani saprà chi ha vinto, se la sinistra, la destra o gli altri due contendenti, ma un dubbio rimarrà costante nella sua mente: “per chi diavolo avrò votato ?”

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