mercoledì 24 marzo 2010

Il Lavoro che verrà

Passano in silenzio, come truppe striscianti nella notte dei lunghi coltelli, e non allarmano, non spaventano, non fanno notizia. Meglio i “Vota Antonio” di questo periodo con reciproci scambi di accuse o i “Signorineschi” gossip, tonnellate di inutili notizie su chi fa le corna, chi le mette, chi si è rifatta e chi sta per rifarsi.
Piange la Maria d'Italia all'eliminazione di un ballerino e si riempiono telegiornali di processi infiniti come l'universo, dove un colpevole non c'è mai. E in mezzo un piccolo allarme, ma niente di preoccupante: l'Italia ha perso 380.000 posti di lavoro in un anno ma tranquilli, siamo in media con il resto d'Europa e i dati di ripresa sono incoraggianti. Incoraggianti ? L'RDB annuncia che sono ormai prossimi 5000 licenziamenti per i dipendenti della Scuola ex Lsu e il 5000 ricorre anche nelle indiscrezioni de "La Repubblica" che per la Fiat prospetta una crescita produttiva in Italia ma un probabile taglio di posti di lavoro. Ma non allarmiamoci: nei numeri della casa torinese bisogna contare i dipendenti di Termini Imerese e i tanti pensionamenti e prepensionamenti che agevoleranno le uscite, quindi tutto sotto controllo. E l'indotto ? E le aziende alla Casa madre collegate che rischiano di vedersi portare via attività e prodotti ? Stiamo sprofondando in un pozzo che non ha mai fine, e nulla di concreto viene fatto per arginare il problema. Si usa la crisi per giustificare tutto, come se la crisi fosse una cometa che passa nel cielo e che ci lascia inermi spettatori della sua bellezza. E così i Manager portano sui loro aerei le nostre residue speranze di trovare un lavoro e chi di dovere li lascia fare, urlando di tanto in tanto, ma non proponendo nulla di concreto. Colpa del Governo di Centro Destra ? A Torino mi sembra governi il Centro Sinistra, e se Termini Imerese è in Sicilia, mi pare che Mirafiori sia nella capitale sabauda. Non c'è colore al disastro, se non il nero più nero nel quale il nostro Paese sta sprofondando.

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