lunedì 7 febbraio 2011

Cercando un altro Egitto

Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare".
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?".
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto.


Una canzone di più di trent'anni fa, certo scritta con altre idee e per altri scopi, ma così straordinariamente attuale in questi giorni di follia complessiva. L'Egitto si ribella al suo triste destino e cerca di cacciare l'odiato despota dalla sua grande terra ricca di storia e di cultura. Mubarak manda la famiglia in Inghilterra, la nipote già da tempo soggiornava ad Arcore, e in un diabolico gioco prima se ne va, poi smentisce, mentre la gente muore per le strade in nome di una libertà troppo spesso soffocata. Attraversi il mare e trovi lo Stivale che ribolle come un grande pentolone pronto ad esplodere. Vergognosamente sommersi dai Bunga Bunga e scandali di corte, con i lacchè di regime pronti a farti credere che la realtà è tutt'altra cosa, che i cattivi non stanno da quella parte, mentre il popolo perde il lavoro e la propria dignità, mentre le fabbriche chiudono o vengono spostate in terre lontane e inaccessibili, e le conquiste dei nostri padri dilapidate in pochi attimi attraverso ricatti inaccettabili. Stiamo forse cercando un altro Egitto ? Sono forse le manifestazioni di Arcore o le adunate milanese il sintomo di un malessere che rischia di sfociare in una deprecabile violenza ? Forse è il caso che chi di dovere guardi ai reali problemi della Nazione che è stato chiamato a condurre cercando di indicare una strada che non sia quella dello sfacelo lungo la quale, irrimediabilmente, siamo stati condotti. Tutto questo prima che le fabbriche chiudano e i loro condottieri fuggano in terre più sicure; tutto questo prima che i fuochi della rivolta distruggano anche le nostre ultime speranze; tutto questo prima che l'italico volgo sia travolto dai Bunga Bunga e niente più.

Nessun commento:

Posta un commento