domenica 20 febbraio 2011

Non Sono (più) Una Signora

Qualcuno potrebbe  certamente appellarsi all’ennesimo, probabile rigore non concesso e che, forse, avrebbe cambiato il decorso delle cose, ma sarebbe come cercare la solita, inutile scusa ad una sacrosanta verità: la Juventus, quella post era Moggi, quella deflagrata da Calciopoli 2 non è nemmeno più una lontana parente di quella squadra che, aiuti arbitrali o no, sapeva essere protagonista delle domeniche calcistiche.


Un’Armata Brancaleone intrisa di mediocrità, capace di essere alla mercè di qualsivoglia avversario, senza quel nerbo e quella determinazione che erano le caratteristiche vincenti del suo gioco e che sapevano vivere nelle gesta dei grandi trascinatori quali Nedved, Ferrara e, in tempi più remoti, Tardelli o Gentile. Una squadra da centro classifica, capace della grande impresa contro l’Inter e della mortificante figuraccia di Lecce, con una società forse più impegnata a chiudere i lavori della nuova cattedrale (e a raccattare i soldi delle varie sponsorizzazioni) piuttosto che a costruire un team credibile e, se non vincente, almeno competitivo. Lo spettacolo avvilente offerto a Lecce testimonia ancora una volta di scelte non idonee all’abbisogna a partire dalla conduzione tecnica, già messa in dubbio in tempi non sospetti e palesemente inadeguata ad una squadra che, nei proclami, ambiva ad assurgere a protagonista della stagione in corso. I risultati parlano chiaro: Del Neri ha racimolato gli stessi punti del duo Ferrara-Zaccheroni, quello del disastro totale e che almeno aveva ancora, a questo punto della stagione, l’obiettivo Europa League da raggiungere. Ora l’obiettivo rimane quello di salvare un’annata che rimarrà unica nella sua esperienza di allenatore, perché è difficile pensare che la società lo possa confermare per il prossimo anno e che possa su di lui costruire un progetto (l’ennesimo dopo l’ennesimo fallimento) che torni a far luccicare il lacrimante viso della Vecchia Signora. La disfida di Lecce ci ha raccontato di una confusione tattica in cui annega il tecnico dal volto di Clouseau: perché togliere Krasic, unico elemento con un briciolo di fantasia e corsa, in un match in cui, in 10, si doveva forzatamente giocare in velocità e contropiede ? E perché insistere con zona e fuori gioco con una difesa che sembra vagare per l’area come la Vispa Teresa di “Trilussiana” memoria ? Dubbi che soltanto un ennesimo colpo di spugna potranno fugare, un colpo di spugna necessario per almeno coprire, se non cancellare, le profonde rughe che solcano gli stanchi zigomi di una Signora ormai vecchia e decrepita.

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