lunedì 14 marzo 2011

Le Regine d'Italia

“Donne”, cantava un tempo Zucchero cercando di sintetizzare in una dolce ballata un universo così variegato ed affascinante al tempo stesso. Donne semplici, come quelle che scendono in piazza a difendere la loro dignità scalfita da chi non può e non deve rappresentarle.




Donne contro le starlet del Bunga Bunga, quelle di un’identità violata dal maschio latino, che vendono un “cesto d’amore che amor non è mai” nemmeno per se stesse, alla ricerca di quel successo da ottenere con la sola avvenenza e con la sola offerta del proprio corpo. E poi le signore dei Reality, quelle che sbandierano natiche ai quattro venti, fiere della loro femminilità che incita al più becero voyerismo nel nome dell’audience e di una fama effimera e fugace come un temporale d’agosto. E Veline, Letterine, cartoline difese dai loro creatori perché ritenute parodie di un mondo che francamente si stenta a riconoscere. Fortuna nostra, altre donne entrano nell’immaginario quotidiano fuoriuscendo da quel tubo catodico che troppo spesso distorce a suo piacimento l’eterea immagine femminea. Sono le Signore dello Sport, quelle con la “S” maiuscola, quelle che con le loro imprese hanno soppiantato dal podio la figura del maschio dominante, perché lo sport, finalmente, non è solo più terra fertile per i campioni nostrani, costantemente messi in discussione dalle imprese del gentil sesso. Un tempo, e neanche troppo remoto, parevano sporadici lampi: dalla Novella Calligaris alla imperatrice Sara Simeoni, senza scomodare Ondina Valla o altre icone di un tempo passato. Ora no, ora sono tante: dalla Pellegrini alla Alessia Filippi regine delle vasche (non ovviamente quelle dove sguazzano le paperelle del Grande Fratello),dalla Schiavone regina di Parigi alla Elena Rungalldier con il suo salto nella storia, per finire, ma solo per questioni cronologiche, alle recenti dominatrici dell'affascinante mondo dei tuffi, capeggiate dall'eterea e determinata Tania Cagnotto. Figlie della fatica, del costante allenamento ed impegno, stelle di sport considerati minori solo perché nel derelitto Stivale se non si calcia un pallone non si è degni di essere considerati sportivi. Icone di un mondo che sceglie il sacrificio, l’impegno quotidiano per emergere sugli altri, senza usare facili scorciatoie per arrivare ad una notorietà vera, concreta, meritata.


Forse non le vedremo mai al Ballo delle Debuttanti o paparazzate in spiaggia con il Ronaldo di turno, ma poco ci importa: contano le emozioni che sanno regalarci, l’immagine che sanno offrirci, l’orgoglio di poter dire: “Queste sono le donne che l’Italia intera ama”.

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