martedì 15 marzo 2011

L'Elefantino non Decolla

Parte col piede sbagliato l’Elefantino Giuliano Ferrara che, all’esordio Rai con “Qui Radio Londra”, riesce in soli cinque minuti a far evaporare circa un milione di spettatori, tornati poi davanti agli schermi per la solita pioggia di pacchi e per il Commissario Montalbano.
Nessuno, nella recente storia della striscia post telegiornale, era riuscito a far peggio del 20,63% di share raccattato dal Direttore de Il Foglio: né Mimun, né Battista, e nemmeno Riccardo Berti, senza voler citare gli ascolti record del mai troppo compianto Enzo Biagi.

Ferrara toppa, ma siamo certi che saprà rifarsi e recuperare sul fraterno Gabibbo: forse la sua immagine si è un po’ deturpata nel tempo, forse si teme la solita minestra cotta e ricotta, o forse sarà il tema trattato, quello del nucleare, che ha spinto tutta quella gente a dedicare i cinque minuti cinque ad una più rilassante minzione anche perché, nello specifico, l’Elefantino nulla aggiunge e nulla toglie alla discussione che divampa in Italia dopo i drammatici fatti nipponici.

Il suo è un salomonico e laconico epitaffio: “Se i giapponesi vinceranno la loro battaglia nella centrale di Fukushima potremo dire che anche nella più grande devastazione quella fonte indispensabile di energia per i prossimi anni è relativamente al sicuro – spiega in fondo a un lunga e confusa riflessione – Ma se non vinceranno la battaglia, allora noi dovremo pensarci tanto, dovremo pensarci molto bene. Come dicono gli inglesi, meglio pensarci adesso, fare attenzione adesso, che compiangersi domani”.

"Bonsoir Messieur Lapalisse", ci verrebbe da dire: parole sante, che stridono però con la battaglia pro nucleare sbandierata ai quattro venti sulle pagine del di lui quotidiano il 4 marzo, con una marcata discesa in campo a fianco del nuclearista Professor Veronesi.

Vabbè, ha tre anni di tempo per rifarsi: forse, gigionescamente, ha preferito burlarsi dei suoi detrattori che lo attendavano subito in un’accorata difesa del Cavaliere Errante e della sua lotta in favore di un’equa Giustizia; oppure, più semplicemente, sta perdendo lo smalto dei giorni migliori, quando con stile simil De Michelis gettava il suo ciuffo ribelle all’indietro pronto per sferrare l’ennesimo anatema.

Di una cosa siamo però certi: quanto rimpiangiamo quel periodo in cui, bambini innocenti, venivamo spediti a letto dopo l’ultimo saluto di Pippo, l’Ippopotamo della Lines, incastonato nell’indimenticabile collana di perle che era Carosello. Ai tempi, socchiudevamo gli occhi al giorno con un sorriso compiaciuto mentre oggi, dopo il Minzolini Show e l’Elefantino imbonitore, ci rimane un grande, insoluto dubbio: ma Radio Londra del Colonnello Buonasera non era la voce contro il regime ?

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