lunedì 27 giugno 2011

New York New York

Chissà se il beneamato Sottosegretario senza Portafoglio Carlo Giovanardi avrà trascorso un sereno week end nella natia Modena oppure partecipando a qualche convegno sul futuro della famiglia italiana.
Di certo non avrà frequentato le affollate piazze milanesi ove sabato si è svolta la manifestazione dell'orgoglio gay e tanto meno sarà volato sino a New York, diventata da poco l'emblema della libertà sessuale e della civiltà.
Eh si, perchè mentre in Italia continuiamo ad arrovellarci, vittime del dominio incontrastato della Chiesa cattolica, se sia un bene o no che i gay contraggano regolare matrimonio, dall'America ci giunge l'ennesimo esempio di civiltà targata 2011, con il suggello delle parole del Presidente Barak Obama.
Anche lo stato di New York, dunque, da il suo assenso all'unione tanto criticata dal Sottosegretario modenese, ed è una conquista storica soprattutto per un contingente che risulta essere, in quella zona, tra i più numerosi in assoluto.
Un segno di civiltà, dicevamo, una conferma alle parole di Veronesi che, dopo tante scempiaggini sul nucleare, aveva definito l'amore omosessuale come "quello più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione".
Parole pesanti, parole che il buon Giovanardi aveva etichettato come una sorta di delirio del famoso oncologo, ma che invece nascondono una profonda e significativa verità.
Ormai il mondo si sta aprendo, considerando l'omosessualità non come una malattia da combattere ma come la libera espressione di un sentimento, come il risultato di una lenta e certamente difficile maturazione.
Non tutto il mondo però: la Chiesa e Giovanardi rimangono ancorati alla famiglia come unione tra uomo e donna finalizzata alla procreazione, una visione dell'amore che non può concepire altri tipi di relazione; peccato poi intervenga la Sacra Rota a rendere nullo questo vincolo, e si continui a non accettare che l'amore è un valore universale che può e deve esplicarsi in tutti i modi ed in tutti i sensi.
Forse il Sottosegretario e la Chiesa stessa dovrebbero maggiormente preoccuparsi delle tante, troppe violenze che il genere umano perpetra contro il suo simile: ragazzine violentate da spregevoli esseri, ferite che rimangono nell'anima per tutta una vita, o addirittura assassinate senza una ragione, un motivo, semmai una ragione esista per togliere la vita ad un altro essere umano.
Questi però sono temi che non fanno audience, non ti portano davanti agli schermi, non ti danno popolarità perchè si tratta di un oscuro lavoro che deve essere fatto nelle coscienze, negli animi, nei pensieri di chi ha stravolto i valori morali ed etici su cui si dovrebbe fondare una società.
Meglio attaccare i gay allora, senza capire il travaglio di chi scopre di esserlo e sa di essere continuamente additato da una società che invece di abbracciarli li ghettizza; o li ghettizzava, forse, perchè finalmente, in questo mondo, uno spiraglio di luce e di buon senso sta squarciando le nubi create dal modo di pensare e di agire di personaggi come il Sottosegretario Giovanardi.

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