venerdì 15 luglio 2011

La Terza Classe Costa Mille Euro

"Signore e Signori, benvenuti a bordo del nuovissimo transatlantico Titanic, gioiello della Marina Militare Italiana". Il costo simbolico del biglietto è di soli mille Euro a famiglia e sarete alloggiati tutti nella terza classe, in onore all'inno di De Gregori; ma che a nessuno venga in mente di dire che si sta meglio che in ospedale, altrimenti scatta immediato un ticket ulteriore utile a finanziare il viaggio.
Al timone del grande barcone si intravede il riverbero degli occhiali del noto economista Tremonti, uno che di rotte verso paradisi lontani pare intendersi molto; al suo fianco, sornione come sempre, l'atipico compagno D'Alema, uno che su barche ed improvvisi ribaltoni potrebbe scriverci più di un libro.
La cena vi sarà servita, ovviamente, sotto coperta, perchè a nessun misero mortale sarà data la possibilità di accedere allo sfarzo del salone delle feste, pullulante di bella gente proveniente da qualsivoglia parte dello stivale purchè in possesso di tessera politica o altra tessera iniziante per P (Due, Tre, Quattro, fate voi).
Mentre voi affonderete le vostre ganasce nell'ultimo pasto, potrete comunque condivere gli echi della festa che giungeranno alle vostre orecchie: dalle canzoni melodrammatiche del Comandante Silvio, memore di un passato da artista nautico che Dio solo sa quanto rimpiangiamo non sia stato anche il suo futuro, ai soliloqui dell'Ammiraglio Giorgio sul tema della coesione nazionale e del senso di responsabilità che tutti hanno dimostrato in un momento così solenne come il varo del grande transatlantico.
Ci sarà chi griderà di non essere d'accordo ma di averlo fatto per amor di Patria (della sua, non certo della vostra da terza classe), chi ricorderà le lacrime ed il sangue necessario per sopravvivere (sempre il vostro, mai il loro), chi esalterà l'Italia del sacrificio chiamando gli amici compagni ed i compagni amici e chi, inevitabilmente, proverà a gettare in mare gli infiltrati di turno al grido "Fora di Ball" di cui tanto si nutre l'italica ignoranza.
Gentili Hostesses cresciute alla Scuola di Arcore e ritoccate da artistiche mani di infallibili chirurghi estetici saranno a vostra disposizione, semprechè siate in grado di emettere un misero assegno da ventimila Euro e che siate disposti a credere che sono tutte nipoti di Moubarak.
Tra un Bunga Bunga ed un Lodo, Don Formigoni ed i suoi chirichetti Pisapia e Boeri passeranno a darvi un'estremo saluto invitandovi alla sagra del Cemento a cui voi, ovviamente, non arriverete mai perchè l'impatto con l'iceberg è più prossimo di quanto crediate.
D'improvviso la musica smetterà di suonare ma non spegneranno i televisori dai quali sapremo tutto del calcio mercato, perchè meglio farci crepare in maniera dolce, soave, con l'aiuto di quella droga che per noi è il pallone e che da sempre ci fa dimenticare tutti i mali del mondo.
Affogheremo lentamente non solo perchè i custodi si saranno scordati di aprirci le inferriate, ma anche perchè i signori del piano di sopra, salutatici con il gesto che rese famoso Alberto Sordi ne I Vitelloni, se la saranno già data a gambe levate portandosi via tutte le scialuppe di salvataggio.
Così finirà il Titanic, come finì allora nella realtà e che torna attuale con tutta la sua amarezza e disperazione.
L'iceberg del debito pubblico sta per frantumare le nostre residue e deboli speranze, ma sempre a noi tocca fare per evitare il disastro definitivo; loro, i signori dei piani alti, che siano di Destra, che siano di Sinistra, che siano di un Centro che ancora non si capisce cosa si, si sono sciacquati l'anima con l'amor patrio lasciando a noi il compito, ormai ingrato, di difenderlo.
Ma noi siamo in terza classe, noi siamo solo la manovalanza che serve a fare i lavori più sporchi, la prima linea di un esercito che mostra il petto al nemico e si fa uccidere in difesa del proprio comandante, un comandante che ormai è scappato e a cui la truppa non può sinceramente più credere.
Aspetteremo dunque che le gelide acque dell'oceano avvolgano l'intera zona ove ci hanno in questi anni stipati o possiamo provare a condurlo noi il Titanic su rotte più consone ?
Ah, ovviamente il transatlantico è stato costruito da una nota casa automobilistica italiana, destinandolo al mercato statunitense: ovvio che lui, anche a pezzi, ci arriverà dallo zio Sam, mentre noi...

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