lunedì 5 settembre 2011

C'è M.... e M....

Caro Premier,
forse, per la prima volta nella mia vita, mi trovo in accordo con Lei sul fatto che viviamo in un Paese di m...., sperando che si stia parlando non di m...attacchioni ma di liquame ben noto nel colore e nel sapore.

Ci stiamo sguazzando dentro da un po' di tempo, e non vale più nemmeno il detto "speriamo che nessuno faccia l'onda" perchè ormai ne siamo completamente sommersi, e solo la punta della canna dalla quale cerchaimo l'aria per respirare sembra riuscire di tanto in tanto ad emergere.
Eh si, questa cosa accomuna il misero mortale disoccupato al grande condottiero di questa derelitta fregata, anche se credo ci siano alcune differenze tra le nostre m....
La mia, in fondo, credo sia dipesa molto dalla longa mano sua e della sua combriccola, una classe politica e dirigente che ha affossato in maniera rapida ciò che era rimasto dello Stivale dopo la morte della Prima Repubblica.
La m.... di una classe politica incapace e corrotta, una classe completamente da cambiare se mai ancora esistesse un piccolo spiraglio di speranza per salvare l'italico popolo.
Politica, mafia, imprenditoria: tutti insieme appassionatamente in uno squallido gioco dove l'uno non si distingue dall'altro, dove si fanno finte guerre per poi ritrovarsi a stringersi la mano e scambiarsi cordiali cortesie.
Fino a quando riusciremo ad andare avanti in questo modo ? Sino a quando riusciremo a distruggere ciò che i nostri padri hanno creato, anche col sangue, grazie alla nostra e alla vostra inettitudine ?
Lavoratori schivizzati che hanno il solo diritto di sgobbare in silenzio mentre vedono i figli di, i nipoti di, i parenti di che fanno carriera e si arricchiscono col loro sudore; giovani laureati e uomini di questa terra costretti a mendicare un lavoro che non c'è perchè da voi è stato distrutto, con la complicità di chi il lavoro dovrebbe darlo o dovrebbe difenderlo, almeno nei suoi incancellabili principi etici.
Imprenditori che giocano sulla pelle delle persone e scappano verso i loro paradisi ove possono far lavorare un bambino di otto anni per venti ore al giorno e poi versano lacrime su un mercato che loro stessi hanno contribuito a distruggere, parenti che fottono i parenti, persone che protestano civilmente prese a randellate, pensionati che non possono godersi nemmeno il loro meritato riposo.
Che Paese è ormai diventato questo ? Quanto dista la soglia del baratro infinito ?
Questa è la m...., caro Premier, la m.... che tutti i giorni la nostra classe dirigente ci costringe a mangiare, unico bene di consumo che continua a crescere in una società ormai allo sfacelo.
Dovremo ancora attendere molto prima che l'Italia si svegli e torni ad essere un Paese se non grande almeno decente ?
Sono stato in Egitto poco tempo fa, e negli occhi e nelle parole dei loro racconti ho sentito e visto l'orgoglio di chi ha fatto qualcosa per cercare di cambiare il proprio destino: state forse anche voi cercando di spingerci verso un nuovo Egitto ?

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