martedì 29 novembre 2011

44 Gatti... + Uno

Sedici Ministri, tre Viceministri, venticinque Sottosegretari: quarantaquattro in più da pagare con i nostri soldi. Anzi, quarantacinque, escludendo il divino Monti, perchè all'ultimo è stato aggiunto il Ministro alla Pubblica Funzione, Patroni Griffi, sostituto dell'ineffabile Brunetta.
No, non è stata una dimenticanza: era che Monti non riusciva a trovare un ministro all'altezza del predecessore.
Finora tutto questo ha prodotto il ribaltone politico, lasciando vivi e vegeti una pletora di deputati e senatori che non sanno minimamente cosa fare dovendo attendere che il consiglio di Re Artù porti in aula qualcosa su cui discutere.
Eh si, perchè se l'Europa sa, l'America sa, tutti sanno, gli unici tenuti all'oscuro sono proprio i nostri meravigliosi ed incapaci politici e soprattutto noi, pronti al grande cetriolo senza sapere se ad esso verranno o meno applicati anche degli strass per rendere più "piacevole" la penetrazione.
Si ipotizza sull'Ici, sull'aumento dell'Iva, su qualche irrisoria sforbiciata ai privilegi della Casta, ma in concreto ancora nulla è stato diramato dalle segrete stanze, mentre il Paese rotola sempre più in una miseria dalla quale sarà difficilissimo risollevarsi.
Sappiamo tutti (o almeno così ci dicono) che il compito del neo Presidente del Consiglio sia improbo e gravoso: ma non sarebbe forse il caso che almeno sapessimo di che morte dovremo morire ?
Sempre più forte è la sensazione che questo Governo sia stato appositamente creato dalla politica non perchè incapace di fare, ma perchè troppo impopolari sarebbero state le mannaie fatte calare sulle nostre teste; può infatti gente da 15.000 Euro e più al mese prendersi tale responsabilità e rischiare un tracollo elettorale dalle prossime urne ?
Se non altro, però, qualcosa di positivo è accaduto: ci sono meno Cicchitti, Capezzoni e Bersani nei telegiornali e Napoleone può finalmente riposarsi nelle aule dei tribunali in attesa della tanto sospirata prescrizione.
A noi, invece, non resta che attendere e continuare in quella pratica che un tempo si chiamava vita ed ora si chiama mera sopravvivenza, in attesa di poter tornare un giorno alle urne e lì, se mai saremo un popolo con le palle, far capire che di questa gente noi non ce ne facciamo più nulla.

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