giovedì 10 novembre 2011

I Soliti Idioti

Buongiorno Italia. Il Redemption Day è finalmente alle spalle, il sole brilla alto nel cielo, e ieri abbiamo celebrato il primo giorno dopo Waterloo e la probabile caduta dell'Imperatore dal suo fiero cavallo.
Lo hanno salutato i mercati, con spread ai massimi storici, crolli in borsa da capogiro, in controtendenza a tutto quello che ci avevano raccontato per giorni, paragonandoci alla Spagna che dalle dimissioni di Zapatero seppe trarre nuovo vigore nel furfantesco intreccio del mondo della finanza.
Non solo questo ha però caratterizzato il dì di festa, perchè le televisioni si sono scatenate come non mai bombardandoci con volti noti, storie già raccontate, aie pieni di galline e galletti pronti a spennarsi.
Ero in dubbio se spegnere l'inutile mezzo di comunicazione e dedicare un paio di orette ad una sala cinematografica per ridere un po' con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, quegli "Idioti" massacrati dalla nobile penna di Concita De Gregorio (ah la solita Sinistra intellettuale) che, malgrado lei, stanno sbancando i botteghini cinematografici a dimostrazione che per far cassetta bisogna far ridere (e mai come in questo periodo ce n'è bisogno).
La scelta poi è caduta sull'inutile mezzo, quella televisione più adatta ad allenare le dita sul telecomando che a seguire qualcosa di intelligente, se mai di intelligente la nostra tivù possa proporre qualcosa.
La7 ci regalava "Silvio Forever", la biografia non autorizzata di Napoleone che se non altro è servita a ricordarci che per anni siamo stati governati dal capo comico del Bagaglino e non da un vero e proprio politico, passando attraverso baciamani ai dittatori, bunga bunga e amenità del genere.
Rai 1 invece proponeva il nobile salotto vespasiano con il solito cast che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, farci capire cosa potrebbe essere il Dopo Silvium; avrebbe, ma nella realtà ne siamo usciti più confusi e sconcertati di prima.
Tra una Bindi spocchiosa come non mai e un Alfano straordinariamente loquace, si poteva tranquillamente intendere che un governo di larga intesa sarebbe stata un'assoluta farsa, viste le distanze tra i due maggiori partiti che hanno priorità completamente diverse: l'uno (il PdL) una specie di Indiana Jones alla ricerca della credibilità perduta, l'altro (il PD) alla ricerca di una credibilità mai avuta e di una strada da percorrere ricca di insidie e di dubbi.
Chi porteranno infatti con loro alla grande festa ? Non Di Pietro, unico chiaro (almeno negli intendimenti) e fermo sulle sue posizioni; forse Vendola, ma lui solo non basta.
Rimangono Terzo Polo e Lega, le alleanze al momento più credibili (ed è tutto detto) per evitare l'ennesima debacle di fronte al Centro Destra mortalmente ferito.
Chiudeva il teatrino La Russa, anche se ancora non abbiamo capito (vista la serie di battutine e sataniche risate) se era veramente lui o il clone Fiorello pronto a pubblicizzare la sua prossima venuta.
A quel punto, con gli occhi stanchi e la mente confusa, tuonava nel salotto dell'ex giornalista Vinci il saccente Brunetta, il piccolo scribano autore della lettera all'UE, quello che ha solo certezze e nessun dubbio (beato lui), ultimo fedele baluardo del berlusconismo.
Solo a quel punto realizzavo quanto mi era successo: non ero andato al cinema, ma "I soliti idioti", alla fine, ero riuscito ugualmente a vederlo.

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