mercoledì 30 gennaio 2013

Il Diritto Violato


La lunga e drammatica intervista apparsa questa settimana su “Il Corriere di Savigliano”, rilasciata da Luciano e relativa ai soprusi (perché di questo si tratta) subiti in Sekurit Saint Gobain come rappresentante sindacale, ed il totale vuoto in cui il sindacato stesso lo ha lasciato, porta ad una riflessione che, fuori da ogni demagogia, ha un fondo di assoluta verità: Grillo, sui Sindacati, ha perfettamente ragione.
Luciano è, purtroppo, una delle tante vittime di un sistema aberrante che continuiamo a far finta che non esista fin quando, almeno, non intacca direttamente i nostri interessi, una mafia strisciante che sta dilaniando quel barlume di dignità che come esseri umani cerchiamo a fatica di mantenere. Il lavoratore, inteso come dipendente o indipendente, è un vaso di argilla tra vasi di ferro ridotto ad una parola che pensavamo cancellata dal nostro vocabolario, ma che proprio ora torna con forza e vigore: Schiavitù.
Si, schiavi del lavoro, ricattati per non perdere il posto e costretti a subire le peggiori angherie perché “se non lo fai tu, ti caccio e lo faccio fare a qualcun altro”. Un sistema marcio, colluso, dove non c’è differenza tra chi vorrebbe alienare i tuoi diritti e chi, invece, dovrebbe difenderli: padrone e sindacato.
Non c’è più differenza ormai, perché gli uni viaggiano a braccetto con gli altri; su questo potrei scrivere un libro di esperienze personalmente vissute, e non è detto che un giorno, in qualche sgangherata libreria, non troverete un mio manoscritto che racconti ventidue anni di ufficio Personale (e parallelamente, presso i tribunali, una bella serie di querele), e il caso Fiat di questi ultimi tempi non è che la punta di un iceberg che offusca agli occhi di tutti tante, tantissime situazioni come quella di Luciano.
 Sarà un caso, ad esempio, che molti operatori di una ditta locale abbiano recentemente disdetto la tessera sindacale dopo che le stesse organizzazioni, non curanti degli interessi dei lavoratori, hanno firmato un contratto che sa di volgare ricatto ?
Insomma, il sindacato come lo intendevamo noi, cioè quello delle lotte in piazza, delle catene ai cancelli, è diventato una sorta di cagnolino che accompagna il signorotto locale garantendogli la calma piatta dei suoi piccoli schiavi e che ha stravolto, questo grazie anche a Leggi come quella di madama Elsa, il concetto di interesse: loro infatti firmano perché “se non facevamo così vi licenziavano tutti”, lavandosi le mani dopo il sigillo da loro posto sulla condanna a morte dei lavoratori.
Segreterie locali sovvenzionate dai padroni, rappresentanti che organizzano riunioni coi padroni stessi e che tutto hanno in testa fuorchè l’interesse del lavoratore: è questo il sindacato degli anni 2000 ? E soprattutto, serve ancora a qualcosa (magari a stilare la lista degli operai da lasciare in Cassa Integrazione o andarsene da un tavolo delle trattative perché la CIGS di 80 impiegati non gli interessa) quando ormai si autodelegittima da solo ?
Nessuno ha certo bisogno di leader, e tantomeno abbiamo bisogno di gente che tradisce il suo mandato; e  se addirittura non riesci a spiegare che le ore fatte oltre quelle previste da un contratto si chiamano “Straordinarie” forse sei più dannoso che inutile.
Tutto questo, però, non cambierà di certo la situazione dei tanti, troppi Luciano abbandonati da sindacati, istituzioni e forze politiche e derubati, dopo anni di onesto e integerrimo servizio, del bene più prezioso: la dignità di un lavoro e di una vita onesta.

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