venerdì 22 febbraio 2013

Le Profezie del Gallo


Tra il serio ed il faceto, per sdrammatizzare gli attimi a venire e per prenderci meno sul serio ridendoci un po' addosso, vestirò i panni del “Galladamus” e cercherò di carpire, dalla nebulosa sfera di cristallo (sarà perché se la giro nevica?), come sarà l’Italia dal 24 febbraio in poi.
Chi vincerà le elezioni ? Chi le perderà ? Chi sparirà (finalmente) nel limbo del nulla eterno ? Eccovi le profezie, insindacabili ed indiscutibili come quelle di Voyager o dei Maya….
Martedì stapperà bottiglie di Lambrusco il PD di Bersani, ma sarà un lambrusco dal retrogusto lievemente amaro. Niente champagne, perché quel 29,7%  non potrà dargli la certezza di un governo stabile nel tempo se non con l’immancabile stampella d’appoggio esterna, una stampella che cercherà ora con Monti, ora con Grillo, ora con Ingroia. Lontano risulterà quel 37%  agognato, perso per un mancato rinnovamento radicale che ha riportato in auge le Rosy Bindi e i D’Alema a discapito del bambin prodigio, al secolo Matteo Renzi, che solo avrebbe portato il PD a più congrua vittoria.
Eh si, come sarebbe stato utile quel birbantello toscano! Con la sua leadership, forse, il giaguaro d’Arcore avrebbe perso tutto il suo maculato e, con ogni probabilità, ci saremmo evitati anche la salita in campo di Padre Merrin, il predestinato ad esorcizzare il demone Pazuzu Silvio.
Ma a proposito di esorcismi, come andrà per Monti e la sua banda ? Tutti sapevamo che alle sue spalle c’erano i poteri forti, le banche, gli imprenditori e addirittura la Chiesa, come ai tempi belli della Balena Bianca; ma con tutto questo scenario si è riusciti a racimolare solo il 14,8% ? Ahi ahi, che Casini al centro… L’UDC tiene (e ovviamente vince), Monti raccatta briciole, e Fini ? Già Fini: per lui verrà realizzata un’intera puntata di “Chi l’ha Visto ?” con il fantomatico titolo: “Alla ricerca di colui che fece più danni alla Destra dell’antifascismo intero” (e lo troveranno rinchiuso in una casetta a Montecarlo).
Però, capperi, quel quindici percento potrà essere utile per dare all’ex braccio destro di Forlani l’immancabile chance di non contare un cazzo ma riuscire comunque a governare. Pierferdy, in questo, è un maestro dal quale possiamo solo imparare, un camaleonte che cambia pelle di paese in paese con un solo, unico obiettivo: occupare comunque la sedia del potere, anche a discapito di credibilità e coerenza.
E sul tema “credibilità e coerenza” eccoci planare dalle parti di Arcore, dove la Sacra Alleanza tra Napoleone e Roberto da Giussano ha prodotto insperati risultati approdando ad un significativo 26,7% che farà storcere il naso alla sinistra pronta a criticare “l’ignoranza” dell’italico popolo.
Non di ignoranza, però, si tratterà; certo, qualcuno aspetterà invano il rimborso dell’Imu davanti alle poste o di essere invitato a qualche remake del Bunga Bunga, ma quel voto sarà il figlio anche e soprattutto della tanta illegalità che pervade l’Italia, quell’illegalità che attende l’aiutino come il concorrente ad un quiz televisivo. Un po’ di evasione, un po’ di libero professionismo, e tanta, tanta gente a cui si contorcono le budella al solo pensiero di votare a sinistra e che poi, durante amichevoli chiacchierate, saranno i primi a dirti “Piuttosto che votare Berlusconi mi taglio un braccio” (e ne ho di amici monchi…).
Detto del buon successo del guerriero Nichi (tra le poche cose credibili della Sinistra), del finto sonnecchiante Ingroia e delle frattaglie lasciate a Giannino, eccoci alla grande novità di queste elezioni, all’elemento di disturbo, al voto di protesta ora figlio di Lotta Continua (per i destrorsi) ora della fiamma tricolore (per i sinistroidi), dimentichi che solo poco tempo fa ne facevano una bandiera del comunismo durante i suoi scintillanti spettacoli: Beppe Grillo.
Le 5 Stelle saliranno al 21%, lasciando l’amaro in bocca a chi si aspettava un’esplosione ben più fragorosa, ma che permetterà al movimento stesso di essere il secondo “partito” dello Stivale.
Oscillante tra il 15 e il 42 percento nei sondaggi, il risultato sarà di tutto rilievo e garantirà al Paese di insinuare nella politica il virus dell’onestà ed integrità portando inevitabili futuri giovamenti, malgrado i molti gufi che si attenderanno uno stuolo di Scilipoti stellari. Sarà una forza con la quale confrontarsi e alla quale si dovrà rendere conto ogni giorno, ogni ora, trovandosi costretti inevitabilmente a cambiare il modo di fare politica; perché con loro non entreranno in Parlamento solo 50 o 100 deputati, ma un’intero Paese pronto a condividere, denunciare, divulgare.
 E non mancherà, come da tradizione, l’allegorica sfilata da Vespa o da Mentana, da Santoro o da Vinci con il sorriso di circostanza e con il disperato tentativo di convincerci che “comunque abbiamo vinto”.
Ci sarà chi confronterà i dati con le politiche del 1932, chi “però abbiamo preso Vimercate”, chi chiederà alla giornalista di turno quante volte viene al giorno; ma l’unica certezza, oltre all’1,8% del Sudtiroler Volkspartei (sempre presenti) sarà che martedì sapremo se l’Italia avrà il coraggio di cambiare oppure si troverà pericolosamente ad addentrarsi nella selva oscura di una rivolta civile.
Noi, comunque, ci saremo: e vi giuro, sarà un piacere…

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