lunedì 15 febbraio 2010

Vancouver: nella Storia e nella Leggenda

Arrivano nella notte le prime due medaglie della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Vancouver e sono due medaglie, seppur del metallo meno pregiato, dal peso inestimabile. Alessandro Pittin, ventenne di Tolmezzo, ci regala la prima, storica medaglia in una specialità a noi poco familiare ma dall’indubbio fascino che unisce la tecnica e l’eleganza del salto alla forza e caparbietà del fondo: la Combinata Nordica.


Mai nella storia di questa storica competizione, che vide la luce nel lontano 1924 a Chamonix, un italiano era salito sul gradino del podio, spodestando le storiche nazioni che avevano scritto interminabili pagini della Combinata. Una medaglia inattesa, almeno agli occhi disattenti di un pubblico convinto che sulla neve ci sia ancora Tomba, e che trasporta il giovane Alessandro nella nostra importante storia delle Olimpiadi Invernali. Ma se Pittin è nella storia, Armin Zoeggler certamente entra a pieno diritto nella leggenda. E’ vero, il bronzo può avere un sapore amaro se comparato alle attese di vittoria, ma centrare la quinta medaglia (2 ori, 1 argento e 2 bronzi) in cinque differenti Olimpiadi e costellando questo suo intramontabile cammino con infinite altre vittorie, non possono che ascrivere il nome dello slittinista azzurro nelle pagine epiche del nostro sport, con la speranza che ora tutta la sua sapienza e la sua bravura possano essere utilizzate al meglio per continuare a dar lustro a questa affascinante e pericolosa attività. Torna così il sorriso sui nostri volti ancora scossi dalla tragica scomparsa dell’atleta georgiano Nodar Kumaritashvili, ma soprattutto dall’assurda scelta di non fermare lo show e di scaricare sul povero ragazzo tutte le colpe per la tragica morte.

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