lunedì 15 marzo 2010

Masiello: una medaglia per la vita

Enzo Masiello è un ragazzo come noi. A 18 anni, quando il mondo non può non sorriderti, un terribile incidente d'auto, catalogato dai telegiornali tra le stragi del sabato sera, lo rende paraplegico e quel metro e ottantacinque di ragazzone si risveglia come in un nuovo mondo, in un incubo nel quale tanti, purtroppo, si ritrovano a vivere.
Ma Enzo reagisce, dimostra al mondo intero che essere vivi è la cosa più importante e con la forza della volontà inanella nello sport vittorie su vittorie sino a trascinarsi, domenica scorsa, sul gradino più basso di un podio olimpico, in uno sport massacrante come lo sci di fondo, regalandosi una gioia che a molti di noi non sarà mai dato assaporare. Enzo è la prima medaglia italiana delle Paralimpiadi di Vancouver, e poco importa se sia terzo o primo, perchè anche l'ultimo, in queste competizioni, raggiunge il traguardo più importante, più significativo: quello della voglia di vivere. E' stato emozionante vederli gareggiare e capire che la diversità sta solo dentro di noi, noi che ci reputiamo normali e fortunati, ma che di quella fortuna spesso non raccogliamo i frutti perchè travolti dal dio denaro, dalla fama e dal potere che ci trascina in una guerra senza confini. E' da persone come Enzo che dovremmo trarre insegnamento, e non è facile demagogia: perchè guardando nei suoi occhi capiamo cos'è la vita e quanto piccoli invece siamo al suo confronto. Grazie Enzo per le stupende emozioni, meno acclamate di un goal di Milito o Del Piero, ma certamente più dignitose; e grazie a Sky che con il suo impegno (costoso certo, ma non meno significativo) ci allontana dai quotidiani pollai dando luce a chi la vita ce la può davvero insegnare.

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