martedì 23 marzo 2010

Poesia in musica

"Non c'erano chitarre ai miei tempi, non c'erano chitarre da suonare, ma fili d'erba quanti ne volevi tu da strappare e poi soffiare". No, Lucio e Francesco, c'erano all'epoca le chitarre non ancora umiliate in qualche talent show con bambini canterini o discografici che hanno già deciso prima chi farà o meno successo.
C'era la strada coi suoi Quattro cani, l'America era lontana, "dall'altra parte della luna" e le ragazze con un po' di Rimmel ed il seno non ancora gonfiato. E c'erano i palchi, i concerti, la ricerca delle emozioni che attraverso le vostre poesie ci avete regalato e che ieri sera, seppur condita da prosciutti e surgelati in esagerazione, è tornata prepotente, forte, a ribadire che la vera musica non muore mai. Uno spettacolo raffinato e quasi vissuto sottovoce, così lontano dalle grida e dalle polemiche di defilippiana memoria e capace di rapire cuore e ricordi di chi ha ancora voglia di emozionarsi lasciandosi cullare dalla profondità del mare e dall'amore per la propria Patria. Grazie, per lo spettacolo di ieri sera, perla rarissima in una televisione sempre più vittima di se stessa dove tra liti da pollaio e presentatori urlanti rischiamo di non capire più nulla: ma in fondo, come dite voi, "non c'è niente da capire".

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