martedì 23 marzo 2010

Toro Tesoro mio...

A leggere i numeri recentemente pubblicati dal quotidiano La Stampa, i tifosi del Toro potranno dire di aver trovato un amico, ma non certo un Tesoro. Dopo la favola di Ciuccariello, ecco quella di Savino Tesoro, industriale dedito al commercio di materiali ferrosi e prodotti siderurgici, pronto ad investire i suoi spiccioli per acquistare la storica società Granata.

Cederà alle di lui lusinghe il tanto contestato Cairo ? Il buon senso direbbe di no, visto che la società dell’attuale presidente fattura 15 volte di più di quella del neo acquirente che lo potrebbe comprare ad un prezzo irrisorio e non certo in sintonia con la storia e il valore del club torinese. E chi lo comprerà allora, se veramente Cairo ha deciso di passare la mano ? Le storie che aleggiano nella capitale sabauda secondo cui la stessa famiglia Agnelli non avrebbe voluto un Torino forte come la Juventus (ma oggi pare più una guerra tra poveri) e la discutibilità dei personaggi che bussano alla porta della società granata non fanno presagire nulla di buono. Io personalmente, e con tutti i suoi difetti, mi terrei stretto Cairo; mancano proposte serie e le recenti nefandezze di tanti avventizi succedutisi sulla poltrona presidenziale inducono anche i più severi critici ad un giudizio positivo sulla sua figura. Il Toro, però, merita altro: lo grida la storia, drammatica ma altresì ricca di fascino; lo gridano gli amanti del calcio con ancora in bocca il sapore di epici derby, e lo gridano soprattutto i tantissimi tifosi che in quella maglia vedono una bandiera, un simbolo, una ragione di vita.

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