mercoledì 28 aprile 2010

La Cupola di De Gregorio

202 pagine, come un manoscritto di Roberto Saviano. Un trattato nel quale si parla di cupole, poteri occulti, molto simili a quelli trattati dallo scrittore partenopeo anche se, fortunatamente, meno drammatici nei loro sviluppi. Unico punto in comune, seppur da prendere con le dovute molle, il giro di interessi che queste cupole muovevano e, purtroppo, forse, muovono ancora.
L'autore di questo trattato è Eduardo De Gregorio; gli attori principali Moggi, Giraudo e una serie infinita di comparse che cambiano a seconda dello scenario descritto. Stando al Primo Atto di questa Commedia, quello che porta alla condanna in rito abbreviato dell'ex A.D. della Juventus, l'albero si popola di tanti piccoli ramoscelli che fanno da corona a quello principale: la necessità di far vincere gli scudetti alla Juventus. Ci sono poi gli aiuti alla Fiorentina, l'esilio di Zeman, e altre nefandezze che rendono pingue e colorito il racconto del Gup, a conferma di una sentenza che appare sacrosanta. La Juventus, dunque, quegli scudetti non li ha vinti e la battaglia per riaverli è totalmente insensata. Come insensata appare la mossa della Famiglia Agnelli di mettere in mano a siffatti personaggi la gestione della più grande società calcistica italiana, ricca di tifosi, ricca di storia, ricca di azioni quotate in borsa. Meno ricchi invece appaiono coloro che sul calcio hanno investito, giocando quote alle scommesse o al depauperato Totocalcio: bastava avere una Sim svizzera per fare il mitico 13 milionario e non scervellarsi più di tanto su partite con possibili sorprese. Altri atti, altre pagine si stanno scrivendo e appelli, contrappelli e nuove intercettazioni potranno forse portare ad un finale di storia diverso da quello finora tracciato, ma che non cancellerà mai una domanda a cui, sicuramente, non avremo mai risposta: era proprio il caso di sputtanare in questo modo cent'anni di storia ? 

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