domenica 11 aprile 2010

Roma Capoccia

Ha lottato, sofferto, rischiato di vedere i suoi sogni infrangersi contro il Tir bergamasco, ma alla fine ce l’ha fatta: la Roma di Mister Ranieri, l’artefice principe di questa meravigliosa creatura, supera l’Atalanta e in un Olimpico in estasi scavalca, dopo immemore tempo, la capolista Inter.

Ce l’ha dunque fatta l’allenatore romano, che solo meno di un anno fa subiva gli indegni e denigranti attacchi di una certa parte di stampa sabauda che lo accusava di non essere il condottiero ideale per una grande impresa (forse non lo era lui, ma non poteva di certo esserlo una società ottusa che passava dalla dirigenza per scendere sino ai loro scribani) e che invece, con ben 23 risultati utili consecutivi, ha finito per convincere anche i più fieri detrattori sulla bontà del tecnico e dell’uomo. La Roma c’è, anche se con un Totti e un Toni ancora a mezzo servizio, e la determinazione, la crescente consapevolezza dei propri mezzi ne fanno, senza dubbio, la favorita per la vittoria finale, anche se, siamo certi, cominceranno ad aleggiare e risuonare ricordi macabri datati 1985, quando una rimonta molto simile a questa si infranse in un giorno di primavera romana contro il Lecce. Sarà comunque un testa a testa Roma Milano dal quale sembra essersi chiamato fuori il Milan, fermato dall’impavido Catania di Mihajlovic e salvato da un Boriello ormai degno di vestire la maglia azzurra nella prossima campagna sudafricana; forse continuare a criticare il pur bravo Leonardo (fa del suo meglio con ciò che gli rimane) non sembra essere la strada più idonea per il Paradiso, e di questo il di lui Presidente non sembra rendersene conto. 6 giornate, dunque, 6 partite che, per usare una delle frasi più scontate del calcio, hanno tutte il sapore di una finale. 540 minuti per sapere se Raineri consumerà la sua vendetta, se la Roma saprà interrompere la striscia vincente dell’Inter, e soprattutto se Venditti comporrà l’ennesima canzone per celebrare uno scudetto al Circo Massimo.

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