venerdì 16 aprile 2010

Tipini Fini

Eravamo stati facili profeti, nel day after delle recenti elezioni regionali, a disegnare un Gianfranco Fini emarginato e pesantemente in crisi di fronte alla massiccia calata delle truppe del Carroccio nel Nord. A leggere i resoconti del pranzo con il Cavaliere Errante e le varie argomentazioni a questo seguite, il dubbio sul suo ruolo all'interno del PdL svanisce ed acquisisce chiari contorni: è marginale.

Colto alla sprovvista dall'ondata verde, avvertito quasi casualmente delle bozze di Calderoli, l'ex leader di An ha detto basta e sembra pronto a lasciare la sacra alleanza trascinando con se non ben quantificati proseliti. Capiamo perfettamente la posizione di imbarazzo di chi ha annientato la sua identità politica sotto una bandiera che pare non sventolare i suoi colori, e soprattutto di fronte all'imbelle arroganza di Bossi & Co. che ormai, è inutile nasconderlo, giocano da padroni nel Centrodestra. E siamo certi che la correttezza politica di Fini, tra i pochi apprezzati sia da una parte che dall'altra dello schieramento parlamentare, non lo porterà ad un totale abbandono della causa ma ad un lento ed agonizzante distacco che molto ricorda l'addio di Casini e dell'Udc. Rimane solo da capire quale sia la "forza contrattuale" della sua Destra ed assistere a possibili faide tra chi, all'interno dello stesso gruppo, queste elezioni le ha vinte (Bossi) e chi pare averle irrimediabilmente perse.

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