lunedì 17 maggio 2010

18 volte Inter

Cala il sipario sulle italiche gesta pallonare che consegnano all’Inter il suo quarto scudetto dell’era Post Moggi, ormai da considerarsi come simbolico spartiacque tra la Prima e la Seconda Repubblica calcistica. Lacrime di gioia nerazzurre si mescolano a quelle amare del condottiero Totti che scioglie in esse le ultime speranze di una rimonta miracolosa, una rimonta infrantasi in due notti romane da incubo tra mani selvaggiamente agitate in area e chiari inviti biancoazzurri a scansarsi dalla strada scudetto.

Ombre che rimarranno nella storia di questo campionato, ma che paiono assumere contorni sfumati nella normale tradizione del calcio e senza quel sapore truffaldino da cui erano pervase nell’era della Prima Repubblica. Vince l’Inter, e l’immagine delle dita rivolte al cielo da Mourinho sono più eloquenti di qualsiasi abbraccio e di qualsiasi coro andato in onda al Franchi di Siena. Ci hanno provato i bianconeri di Malesani, retrocessi con l’onore delle armi grazie soprattutto alla verve di quel manipolo di giovani giallorossi emigrati che, sino alla fine, hanno cercato di dare sostanza al sogno capitolino. Al di là dei riconosciuti meriti dell’Inter, un grazie va certamente alla squadra di Ranieri, la cui rimonta non ci ha reso inermi spettatori di una lenta e decadente agonia priva di qualsiasi interesse tecnico. E un bravo va all’esule Leonardo, capace di rivitalizzare il desaparecido Ronaldinho e di mantenere su una dignitosa linea di galleggiamento un Milan che, altrimenti, sarebbe sprofondato nella più cupa ignavia. Vola in Champions la Sampdoria dell’unico talento puro del nostro calcio, quel Fant’Antonio da Bari che ci sarebbe piaciuto vedere leader delle nostre truppe in Sudafrica, e salutano la massima serie Siena, Livorno (la Toscana dimezzata) e quell’Atalanta, alla quale viene richiesto di tornare ai suoi albori, quella di essere fucina di giovani talenti nostrani per rinverdire la pochezza del nostro calcio. Intanto si va verso l’ennesima, calda estate che rischia di aprire ulteriori crepe tra le non già solide mura della più grande azienda italiana: ci sono le nuove puntate di Calciopoli 2, una telenovela infinita che rischia di far impallidire persino l’immortale Beautiful; c’è Marco Crispino che, tra una Maya Gold e una Roberta Missoni vorrebbe infilare anche le gesta di Totti e Del Piero sottraendole a Sky e col serio dubbio che dietro a Conto TV ci siano non ben noti avventizi fortemente interessati ad una debacle di Murdoch; ma soprattutto l’estate di passione dei tanti tifosi juventini, rimasti al margine del bosco e ancora sotto chock dopo un’annata che, definire ridicola, è dir poco. Ah già, c’è anche un campionato del mondo: quello però, offuscato dalle aule di tribunali, pare al momento ancora ben poca cosa.

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