domenica 30 maggio 2010

Bentornato Ivan

Eravamo rimasti a quel 30 giugno 2006 quando, alla vigilia di un Tour che doveva forzatamente tingersi d’azzurro, il mondo del ciclismo fu travolto dall’Operacion Puerto, l’ennesima triste pagina di una vicenda chiamata doping e che aveva allontanato dai nostri sogni di gloria l’eroe più fulgido e credibile: Ivan Basso. Quasi tre anni di squalifica, un periodo eterno nel quale abbiamo cercato di aggrapparci a nuove speranze subito disilluse (Riccò e Di Luca), nel vano tentativo di rinverdire la passione per uno sport straordinario come il ciclismo, l’unico, forse, che ha veramente provato a combattere la terribile piaga del doping.

 Alti e bassi in questi anni, con un Ivan che, dopo la squalifica, pareva faticare nel ritrovare quella gamba che lo aveva reso l’unica, credibile alternativa allo strapotere di Armstrong, e con le nostre illusioni che, giorno dopo giorno, affievolivano travolte dalla certezza di averlo definitivamente perso nella lotta al vertice. Una serie di piazzamenti tra Vuelta e Giri che, seppur prestigiosi, non sembravano in grado di restituircelo in tutta la sua grandezza, quella grandezza offuscata da un doping mai concretamente dimostrato. E anche in quest’ultima rosea kermesse, il ciclista di Gallarate navigava ai margini dei pronostici di vittoria che decantavano le gesta di altri presunti eroi, ma non le sue. Poi, sul Monte Zoncolan, il miracolo: Ivan tornava improvvisamente terribile, era nuovamente quel campione che rispondeva con un sorriso alle dilanianti fatiche di ostiche montagne che solo i grandi campioni sapevano affrontare con il giusto cipiglio. La consacrazione giungeva lassù, su quel Mortirolo che aveva scritto indelebili pagine nella storia e tragedia del mai dimenticato Pirata Pantani, e su quelle rampe potevamo finalmente tornare ad urlare la nostra gioia per aver ritrovato il campione perduto, il faro di uno sport che, malgrado il doping ed i suoi tanti controsensi, continua ad appassionare e ad essere amato da milioni di Italiani. E proprio mentre altre nuvole si addensano sulla sua recente storia (le accuse di Landis nei confronti di Armstrong rischiano di aprire altre pagine amare), ci ritroviamo a celebrare con gioia il ritorno ai meritati fasti dello straordinario campione che sembra prendersi beffa, col suo sorriso, delle faticose rampe che hanno reso immortali gli eroi più fulgidi di un meraviglioso sport chiamato ciclismo: ben ritrovato grande Ivan.

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