martedì 4 maggio 2010

In Ricordo del Grande Torino

Oggi tacciano le sterili polemiche. Stiano in disparte le accuse, le indignazioni, le miserie del calcio dei nostri tempi per lasciar spazio alla memoria, al ricordo, alla sofferenza. Il 4 maggio è una data triste per il nostro amato pallone, e nulla può infangarla, tanto meno le beghe assurde scatenatesi ultimamente.

Il 4 maggio 1949 si consumava il più grande dramma dello sport italiano sulle nebbiose colline di Superga. Il trimotore FIAT G212, alle 17,05, nello schianto contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica stessa, portava via con sè uomini che ormai erano già nella leggenda. Il Grande Torino, una squadra epica, la più grande di tutti i tempi, veniva strappata alla vita e all'affetto dei suoi cari in un modo tanto violento quanto assurdo, lasciando un vuoto che nemmeno il tempo sarebbe riuscito a cancellare. A 61 anni di distanza, il cielo plumbeo di questo martedì rende ancora più triste il ricordo di ciò che fu e la commemorazione di autentici miti. E il popolo Granata che muove ogni anno verso quella Basilica è spinto non solo dal ricordo, ma dall'amore per quella maglia, per quegli eroi. Forse per questo tifare Torino ha un sapore particolare, un attaccamento ai colori sociali sconosciuto agli altri sodalizi. Non sia blasfemo parlare di fede, perchè gli stessi giocatori che indossano quella maglia avvertono un che di magico, di storico, di ineguagliabile. Tifosi sempre, nella buona e nella cattiva sorte, perchè una fede non si tradisce mai. Una fede inscidibilmente legata a quel passato, a quegli anni, a quella squadra la cui grandezza non sarebbe più stata sfiorata in futuro da nessun'altra italica compagine. Auguri Grande Torino, e che i fasti del passato possano tornare presto fugando l'abulia di queste annate; perchè il ricordo delle loro imprese e l'attaccamento dei loro sostenitori meritano i palcoscenici più luminosi.

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