giovedì 6 maggio 2010

Libertà di stampa ?

Stavolta debbo dar ragione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; in Italia c’è troppa libertà di stampa. Bisognerebbe iniziare a darsi una regolata, evitando di portare sugli altari della Patria paparazzi, Corona di turno, giornalisti alla continua ricerca del gossip e della tresca nascosta. Basta con questi giornali scandalistici, basta con questi fotografi appostati in luoghi impossibili per fotografare la velina di turno con il riccone caduto nella rete: è ora che si torni ad un livello di moralità degno di una Nazione grande come l’Italia si crede di essere.

Del resto, ce lo ha confermato anche il rapporto annuale 2010 di Human Freedom (l'organizzazione americana che si occupa di monitorare lo stato delle libertà in tutti i Paesi): tra le nazioni dell’Europa Occidentale siamo ben saldi davanti alla Turchia, e a livello mondiale a pari merito con India e Benin. “Cribbio”, ma anche gli Americani, allora, ce l’hanno con noi ? Siamo inseriti oltre il 70° posto, dietro Cile e Corea del Sud, ben distanti dalla scandinava penisola felice. E per migliorare ulteriormente la nostra posizione, ecco l’approvazione, in commissione Giustizia del Senato, degli emendamenti secondo i quali nessun atto di indagine potrà più essere pubblicato fino al rinvio a giudizio. Non so se, per riparare a questa mediocre (eufemismo) classifica, basterà chiudere le redazioni di Chi e Novella 2000. Forse il vero problema è che c’è una stampa (e una televisione) che è libera di gettare fumo negli occhi, di nascondere dietro falsi scoop i veri problemi del nostro Paese. Meglio la coppia Canalis Clooney che quella formata da Scajola e Anemone, certamente meno da copertina della prima; l’uno compra casa sul lago di Como, l’altro di fronte al Colosseo con vista panoramica su (pare) strano giro di assegni per un valore complessivo di poco inferiore al milione di Euro. Oppure dedicare un intero telegiornale ad un vulcano che fuma piuttosto che parlare degli scandali di una televisione gestita da un solo padrone e data in mano a parenti, amici, fratelli e chi più ne ha ne metta dell’intera classe politica. Se poi c’è una voce fuori dal coro, ecco pioverle addosso una richiesta di risarcimento danni superiore addirittura al proprio capitale sociale (“Il Fatto Quotidiano”) come a dirgli: se non taci ti chiudo. "La libertà di espressione è fondamentale per tutte le altre libertà. L’ordinamento legislativo, le elezioni libere, i diritti delle minoranze, la libertà d’associazione, e un governo responsabile dipendono da una libertà di stampa che può mettere in pratica la sua funzione di controllo e vigilanza" ha detto Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Human Freedom; ma la libertà di opinione significa non essere zerbino di questo o quel partito, di questo o quel potere. Lo sa bene Saviano, che ha messo a repentaglio la propria vita per la ricerca della verità e che, inevitabilmente, è stato accusato di “far pubblicità” alla Mafia. Con personaggi come lui (e altri, per fortuna), non saremmo al 72° posto della classifica; ma se lo siamo è perché "Il ritorno al potere di Berlusconi nell’aprile 2008 – si legge nel rapporto dell'organizzazione americana – gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle televisioni pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati. Il primo ministro è il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia".
Il Centesimo posto, in fondo, non è poi così lontano.

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