lunedì 7 giugno 2010

Roma schiava o ladrona ?

Ora siamo sicuri: per giocare in Nazionale non basta essere tecnicamente dotato come Maradona o agonisticamente volitivo come Tardelli, ma è necessario conoscere benne l’Inno di Mameli e soprattutto scandirne perfettamente le parole. Solo così non arriverà la Ciprianistaff a leggervi il labiale e ad intravedere la parola “Ladrona” associata alla nostra stupenda Capitale, in pieno stile Carroccio.

Claudio Marchisio invece pare sia stato beccato, anche se non basta il miglior Sherlock Holmes per dirimere la diatriba e riuscire a leggere sulle labbra dello juventino l’aggettivo incriminato pur provando ad utilizzare il Supermoviolone di biscardiana memoria. Sarebbe stata una polemica di bassa lega (in tutti i sensi) e sulla quale sorvolare, se non fosse che il video su You Tube ha scosso le penne di tutti i quotidiani (carenza di notizie ?) e scatenato l’immancabile polemica dell’immancabile deputato, anzi ex, Paolo Cento, attuale Presidente del Roma Club di Montecitorio, e che dall’alto del suo ruolo istituzionale tuona a favore dell’epurazione del giovane bianconero dalla Nazionale. Lasciando perdere stantie baruffe da cortile, la cosa più buffa è che qualcuno ha chiesto l’intervento dell’onorevole Maroni affinchè il centrocampista di Chieri venga pesantemente redarguito e richiamato ai suoi patri doveri: ma come, proprio ad un rappresentante della Lega si chiede di intervenire nella querelle, proprio quella Lega che ha fatto dell’incipit “Roma Ladrona” uno dei suoi cavalli di battaglia ? E’ vero che l’esercito del Senatur non cade nel vilipendio storpiando l’Inno di Mameli, ma solo perché dalle sue parti si intona il “Va pensiero” o “La gatta”, senza dimenticarci di come spesso ci venga da loro ricordato quale sia il corretto utilizzo del drappo tricolore. Insomma, se per difendere De Rossi e la sua discutibile uscita sulla “tessera del poliziotto” bisogna gettare fango su altri, credo che la strada intrapresa sia di dubbio gusto e non aiuti certo quell’unità di idee e di pensiero che dovrebbe essere il motore della nostra povera Italia. Mettiamola così, per buona pace di tutti: se Marchisio ha veramente pronunciato l’infame aggettivo, sia la sua coscienza ed intelligenza a chiederne dazio; se no, consideriamola una buona trovata pubblicitaria per chi ha posizionato il video (chissà quanti click avrà ricevuto) o la solita trovata di un tifo che sempre meno considera il calcio come uno sport riversando su di esso incomprensibile e deprecabile odio.

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