giovedì 3 giugno 2010

Senza Maroni

“Berlusconi ?” “Presente”. “La Russa ?” “Presente”. “Maroni ?” “Maroni ?” “Assente professore”. All’appello per la lezione di Storia del Professor Napolitano, Roberto Maroni era assente. Il banco vuoto, i libri rimasti fuori dallo zainetto per la più classica delle bigiate o, per dirla alla romana, delle seghe. “Sempre il solito” avranno pensato i compagni di scuola: alla fine dell’anno, quando ci sono le interrogazioni riparatorie, lui sparisce.

Nessun problema però: papà Umberto o mamma Padania domani firmeranno la giustificazione e il tutto rientrerà nella norma. In fondo cosa c’è di male ? Chi di noi, attratto dal caldo sole di giugno, non ha preferito un’allegra scampagnata con gli amici alla seriosità di un’aula scolastica con il rischio di ritrovarsi alla cattedra a parlare dell’unità d’Italia ? E poi quelle musiche, quelle marcette e quell’inno improponibile persino per il più strampalato dei karaoke! No, meglio Varese, Villa Recalcati, e “La gatta” di Gino Paoli o “Con te partirò” di Andrea Bocelli che tutti conosciamo e possiamo cantare in allegria, magari mettendo in evidenza un’ugola fino ad allora celata ai più con la seria possibilità di partecipare, in un domani neanche troppo lontano, a qualche trasmissione televisiva condotta da Belen Rodriguez e non da Santoro. E poi che palle stare lì su quel palco, a trenta gradi all’ombra, a sorbirsi infinite sfilate senza neanche poter scappare in bagno a fumarsi una sigaretta. Peccato però che non si stia parlando di una normale bigiata scolastica ma dell’assenza, ad una delle manifestazioni più importanti del nostro Paese, del Responsabile del Viminale nonché Ministro dell’Interno di quella Nazione che, volente o nolente, lui rappresenta: l’Italia. Certo, alcuni compagni di banco erano presenti, ma ci sono doveri istituzionali a cui certe figure, se non per legittimo impedimento, non possono sottrarsi, almeno fino a quando l’Italia sarà un Paese unico. Comprendiamo l’irritazione del Presidente della Repubblica, ma non sono i cronisti che debbono chiedere all’assente Ministro il perché di quest’assenza che scatena l’ennesima, evitabile polemica in uno Stivale già ampiamente dilaniato da esse. "Un brutto segnale: quel che conta e' che l'83% degli italiani e' orgoglioso di far parte di un'unica grande nazione", ha tagliato corto il sindaco della capitale Alemanno; brutto però sapere che quel 17% mancante rappresenta chi questo Paese lo governa e ne decide le sorti.

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