giovedì 10 giugno 2010

Spara le frecce, Moretti

Evviva. Trenitalia ci annuncia un’estate a tutta birra dandoci l’opportunità di attraversare lo Stivale viaggiando sulla punta delle mille e più frecce che porta nella sua capiente faretra. Il rosso e l’argento saranno i colori che vedremo planare nelle nostre stazioni nell’attesa di salutare l’arrivo di Italo (e meno male che non siamo a Creta), l’arma segreta del duo Montezemolo-Della Valle.

Le rotaie, dunque, prendono il largo e tornano a fare una spietata concorrenza a tutti gli altri sistemi di locomozione, a partire da quelle auto che, finiti gli incentivi, rimangono mestamente abbandonate nei piazzali delle fabbriche costruttrici. La freccia, purtroppo, non scoccherà però per tutti: c’è una categoria tristemente tagliata fuori dai giochi che, guarda caso, rappresenta il bacino di utenza più solido di Trenitalia, il cosiddetto zoccolo duro: i pendolari. Questi continueranno tranquillamente a pagare i loro abbonamenti per sorbirsi quotidiani ritardi (ormai anche i quindici minuti sono rientrati nella soglia della normalità), risposte seccate (quando vengono fornite) del personale e scioperi che, ovviamente, vanno a colpire solo ed esclusivamente loro. Certo, di questa categoria a nessuno importa, tanto il loro obolo mensile a Mauro Moretti lo debbono necessariamente versare, pena la perdita del lavoro o la bocciatura ad un esame universitario; ma perché dannarsi l’anima nel favorire chi, comunque, è costretto a versare soldi che non verranno mai a mancare ? Meglio dunque dirottare le attenzioni su un’altra fascia di popolazione, quella dei viaggi occasionali, quella che può permettersi una prima classe tutta lustrini e cotillon. Gli altri, i tanti che si alzano alle sei del mattino e tornano stanchi alle otto di sera, continuino pure a trasportare la loro stanchezza e rabbia su convogli sporchi, lenti e stracolmi fino all’inverosimile di persone, perché per loro le frecce ed il buonsenso sono esauriti. Rassegnatevi, or dunque, miseri pendolari, perché in questo strano Paese, anche per voi come per milioni di altri comuni mortali, vale la legge del Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un .....”.

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