venerdì 25 febbraio 2011

Tu Quoque Nichi ?

Cavolo, c’è cascato anche lui. Il prode Nichi, quello che ai cancelli di Mirafiori difendeva la dignità dei lavoratori, quello che con parole forbite incatenava alle proprie responsabilità un Centro Destra all’apparir corrotto e spregiudicato, è finito nelle forche caudine delle intercettazioni e non pare esente dallo scandalo sanità che sta travolgendo la Puglia e l’italica Sinistra.


Ci verrebbe da dire che chi di intercettazioni ferisce, di intercettazioni perisce, ma il vero dramma è che se anche il più conclamato leader dell’opposizione viene beccato con le mani nella marmellata, a questo punto diventa difficile credere ancora nella politica italiana.

Duramente provata dalle nefaste vicende del Pio Albergo Trivulzio, anche l’opposizione non sembra poter giocare un ruolo determinante nel “repulisti” politico, sempre che il popolo sia disposto democraticamente a sovvertire il Cavaliere Errante e porre ai vertici un’alternativa.
Già, ma quale alternativa ? Quella di una Sinistra che, nei meandri oscuri delle proprie stanze, agisce esattamente come la Destra ? Quella dei mercenari che per qualche promessa tradiscono il proprio elettorato per passare sulla sponda del nemico ? Oppure quel “vento centrista”, che tanto sa di ritorno democristiano, disperatamente lanciato alla ricerca del potere perduto ?
In un momento storicamente drammatico come quello che stiamo vivendo, sembra impossibile pensare che un paese come l’Italia, chiamato a giocare un ruolo fondamentale nella crisi che si sta aprendo ai nostri confini, non sia in grado di proporre una classe politica all’altezza, un che di dignitoso per fare in modo che l’Europa non ci abbandoni al nostro triste destino.
Ma in fondo, perché l’Europa dovrebbe venire in nostro soccorso ? Travolti da scandali, da ruberie e Bunga Bunga, con una parte di potere che dell’italico vessillo vorrebbe farne carta igienica, quale immagine stiamo proiettando al di fuori dei nostri risicati confini ?
Non ci stupiamo, dunque, se ora molti ci voltano, anche se ingiustamente, le spalle: perché questo è un Paese che non ha più credibilità, voce in capitolo, dignità internazionale.
Tra quindici giorni il nostro derelitto Stivale festeggerà 150 anni di unità nazionale: vi prego, storici vessilli di quei tempi, uscite dalle tombe e ridateci la gioia di sentirci Italiani.

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