venerdì 28 ottobre 2011

Italia a 90

Atmosfera da tregenda sul nostro povero paesello. Indignazione e scioperi, passi indietro e parole pesanti hanno scatenato la missiva natalizia che Bimbo Silvio ha inviato, con affettuosi abbracci, agli amici dell'UE per convincerli che l'Italia sia ancora una solida Nazione.

Spaccata in due, tra chi gongola e chi no, ancora una volta l'abbiamo sfangata, o almeno l'hanno sfangata loro.

Tra i tanti "Efficientamenti" proposti e frasi che paiono estrapolate dal copione di un Crozza o di una Guzzanti, due sono sostanzialmente i punti che hanno spaccato l'opionione pubblica e una Nazione già fortemente provata dalla crisi: pensioni e licenziamenti facili.
In pensione si andrà dunque, presumibilmente, almeno negli intenti, a 67 anni: già fa ridere che a dircelo siano uno che di anni ne ha 75 (Silvietto) e uno che ne ha 70 (Umbertino, la cui moglie in pensione però c'è andata a 39 anni), ma potrebbe essere il male minore se, insieme con il prolungamento dell'età pensionabile, arrivassero altre strette significative.
I primi ad andarsene a casa dovrebbero essere loro: possibile che da noi decidano le sorti del futuro gente che ha 92 anni e che del futuro può fregarsene di meno ? Perchè non si pone anche per loro una soglia di età oltre la quale, prego, accomodarsi a casa a far danni solo tra le proprie mura ?
Insieme a loro, poi, la serie di pensionati che non mollano, quello stuolo di consulenti ultrasettantenni che girano con la valigetta consunta di pelle e vanno per aziende, uffici, associazioni a fare danni incalcolabili, oltrechè rubare il posto ai giovani.
Se anche per loro valesse la regola di ritirarsi dal mondo del lavoro, allora i 67 anni potrebbero anche essere una soluzione accettabile, ma così non è. Percepiscono pensioni che i poveri operai si sognano ed in più arrotondano sottraendo ad altri, in una sorta di circolo vizioso dal quale, pare, non si riesce ad uscire.
Il tutto comunque avverrà gradualmente entro il 2029: Sivlietto di anni ne avrà 93, Giulietto 110 e a meno che non abbiano discendenze dalla famiglia Mc Loud di danni, forse, non ne faranno più.
Sui licenziamenti facili, invece, c'è di che preoccuparsi.
"Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato"
Il termine motivi economici già di per se sa di farsa: per quale motivo, infatti, un'azienda chiude se non per motivi economici ? Termini Imerese che chiuderà i battenti nel 2012 lo farà per problemi strutturali ? L'unica verità è che con questa nuova normativa lo Stato non pagherà più le Casse Integrazioni e il mercato del lavoro si trasformerà in una jungla ben peggiore di quella che è già adesso. Ah, ovvio che a subirne le consenguenze sarà sempre e solo la classe medio bassa delle Aziende, perchè quella dirigenziale continuerà ad essere premiata per fallire anzichè subire la stessa sorte.
Questa mossa dovrebbe, secondo Bimbo Silvio, rilanciare il mondo del lavoro; e i mali veri, il degrado che tutto ciò porterà, quelle tipologie di contratto che sono un'autentica mannaia sul capo della gente, quel sistema di raccomandazioni senza il quale un lavoro non lo trovi (gli amanti dell'italica lingua la chiamano Referenza ma lo sostanza è la stessa) ?
Sarà un meraviglioso 2012, condito dalle solite polemiche su intercettazioni e Magistrati Rossi e che non promette nulla di buono, almeno per il popolo vero.
Per tanti altri, invero, questa lettera è stata come la manna del deserto: per il Governo che forse riuscirà a mangiare il Panettone e prorogare fino alla scadenza dei termini processi vari; per Emma e Sergio (i separati in casa) e la combriccola degli industriali che troveranno migliaia di problemi economici per ricorrere ai licenziamenti facili ed investire in Cina o India; per i Sindacati che proveranno a ritrovare attraverso burleschi scioperi quella credibilità completamente perduta; e anche per l'Opposizione, in fondo, perchè tra un PD che ha il polso fermo come un malato di alzheimer e non sa con chi allearsi, e una difficile selezione di un leader da presentare tra Ciccio di Nonna Papera e Luca di Montezemolo, preferiscono continuare a chiedere passi indietro senza esporsi troppo.
C'è però un Paese, quello reale, che vive giorno dopo giorno un continuo e deflagrante degrado, tra lavoro che non c'è, costo della vita sempre più alto, futuro che non si riesce a vedere nemmeno col binocolo; un Paese piegato in terra a raccogliere i cocci di una vita infranta, nella speranza che chi sta dietro abbia almeno il buon gusto di usare un unguento antifrizione.

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