lunedì 17 ottobre 2011

Professionisti del Terrore

Più di 80 città del mondo hanno ospitato, sabato scorso, le manifestazioni degli Indignados, ma solo a Roma, solo da noi, il tutto è violentemente degenerato.
Sono riapparsi loro, i professionisti del terrore, gli inafferrabili ed irriconoscibili Black Bloc che ogni volta che va in scena una manifestazione popolare, priva di bandiere politiche o sindacali, non organizzata ufficialmente da qualche rigurgito del potere, intervengono, attaccano, distruggono.

Hanno ben donde i Romani ad essere incavolati (un'eufemismo per non utilizzare termini più coloriti), e hanno ben donde le migliaia di pacifici manifestanti che, anzichè poter parlare delle loro ragioni, sono stati scaraventati nelle retrovie perchè la scena l'hanno presa direttamente loro.
Ma chi sono, da dove vengono, chi li organizza e rifocilla ? Per Il Giornale sono "la feccia dei Centri Sociali", quindi i soliti comunisti o chi per essi; ma se Il Giornale è certo di questo perchè non denuncia, perchè non fa nomi, perchè lascia a tutti il dubbio che così non sia ?
L'unica certezza è che si muovono con le grandi masse popolari. G8, No Tav, ora gli Indignados: quale miglior occasione per rubare la scena a chi da fastidio, sia a sinistra che a destra ?
Un tempo, nei durissimi anni di piombo, si diceva che il brigatismo fosse il braccio armato della politica o di quelle logge che nascevano per destabilizzare il potere; oggi chi sono questi Black Bloc ? Ultras da stadio che la loro rabbia la sfogano in questo becero modo ? Oppure c'è qualcuno che li manovra e fa in modo che le giuste e sane manifestazioni di protesta che hanno i volti e le voci di migliaia di persone stanche di questo Paese perdano il loro significato e vengano svuotate di ogni contenuto ?
Servono vessilli e bandiere specifiche per evitare che queste frange improvvisamente si materializzino mettendo a ferro e fuoco tutto ciò che incontrano ?
Io sto con gli Indignados. Sto con chi protesta per cambiare le cose, per far sentire il disgusto per i teatrini della politica, della finanza, dell'economia e dell'industria di questo Paese ferito dai Block Bloc ma ucciso da tutti coloro che non vogliono sentire (o fanno finta di non farlo) il coro di indignazione che si leva da ogni italica piazza.
E' giunta l'ora di cambiare: civilmente, democraticamente, senza violenze assurde ed ingiustificate, ma così questo Paese non può più sopravvivere.

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