giovedì 15 dicembre 2011

Fiat Voluntas Sergiuum

Sia fatta la Sua volontà. Dopo aver presentato a Pomigliano l'ennesima versione della Panda (sarà anche la city Car più venduta, ma qualcosa di nuovo riusciamo ad immetterlo sul mercato ?), il Divin Sergio ha piazzato la sua mazzata più violenta estendendo il contratto "privato" a tutte le realtà di Mamma Fiat.
Insomma, la strada è ora completamente spalancata e da domani, chiunque, potrà liberamente farsi il proprio contratto a discapito della Nazione, dei Sindacati, di un certo equilibrio gestionale che una contrattazione collettiva dovrebbe garantire tra aziende della stessa famiglia.
Senza entrare nel merito dei contenuti, ai più sconosciuti ma certamente più restrittivi rispetto al passato, siamo di fronte alla più grande liberalizzazione del secolo, roba che neanche Full Monty sarebbe stato in grado di concretizzare. Approfittando del buco nero della politica italiana e della sua proverbiale pochezza, giocando di forza su una Confindustria capace solo di urlare "Al lupo" senza fare nulla di concreto per cacciarlo quel lupo, il buon Marchionne ha estrapolato dall'italica realtà quell'azienda che per anni (paiono secoli ora) aveva pesantemente influenzato tanta storia del nostro mondo del lavoro.
E' indubbio quanto strida questa diaspora rispetto alle Casse Integrazioni, Mobilità e incentivi pagati dallo Stato in questi anni per garantire la sopravvivenza di Fiat, scaricata da General Motors e salvatasi solo grazie alla vendita di molti gioielli di famiglia prima dell'avvento dall'attuale AD che ha certamente dato un forte impulso alla sua ripresa; ma quello che lascia più perplessi è come, grazie all'appoggio di sindacati malleabili e in cerca di notorietà, sia riuscito ad espellere dalle sue fabbriche la Fiom, o la CGIL che dir si voglia, e quindi la più grande bandiera della storia del sindacato italiano.
Certo, con un sindacato che in questi anni si è votato più alla salvaguardia dei propri interessi che di quelli dei lavoratori, il gioco è stato facile: ma è moralmente legittimo escludere dal tavolo delle trattative coloro che rappresentano la maggioranza dei lavoratori della propria azienda ?
Ed è altrettanto legittimo che un'azienda operante sul territorio locale si dia da sola delle regole alla faccia dell'unità nazionale ?
Si adombra inevitabilmente il dubbio che il legame tra Fiat ed Italia sia destinato a morire e che presto al Lingotto sventolerà la bandiera a stelle e strisce; ed è morale che, dopo aver condizionato il mercato del lavoro e non solo a Torino, nessuno chieda al Divino garanzie occupazionali e di investimenti che non si traducano solo in parole ?
Sia fatta la Sua volontà, sperando che la volontà non sia quella di dare la batosta definitiva ad un'Italia già pesantemente claudicante.

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