mercoledì 4 luglio 2012

La Scure di Sergio

Cassino, Melfi, Mirafiori, Pomigliano: su quale di questi quattro stabilimenti sta per abbattersi, inevitabile, l’ira funesta del divino Sergio accortosi che, con questo mercato, “in Italia c’è uno stabilimento di troppo” ? Chi sarà dunque il degno erede di Termini Imerese, Arese, Avellino e tante altre realtà industriali chiuse come le panetterie di ferragosto ?


Questa domanda bisognerebbe rivolgerla a quella schiera di politici (Destra, Sinistra, Centro non fa differenza) e illuminati sindacalisti che solo poco tempo fa avevano salutato con entusiasmo il vile ricatto dello pseudo imprenditore il quale offriva presunti investimenti in cambio di ferree regole lavorative.


Eh si, perchè quella pioggia di denaro liquido pronto per rilanciare "il marchio Fiat" si è improvvisamente liquefatto in ferie forzate, cassa integrazione, minacce di chiusure, conseguenze di un mercato europeo che crolla (ma alcuni brand, come lui li chiama non hanno fatto peggio del giugno 2011 in fatto di vendite) mentre la Chrysler vola, vende, entusiasma gli Yankees che nell’americano a Torino vedono una specie di salvatore della Patria.

Parafrasando uno dei tanti "Cine panettoni" mi verrebbe da dire "Salvatore un par di ciufoli".La storia parlerà di lui come di un Messia che ha tirato la Fiat fuori dalle secche (dimenticando però la fuga milionaria di General Motors) mettendo alla porta frotte di inetti dirigenti, pur avendo perso per strada pezzi pregiati come il pupillo di casa De Meo (al quale non avevavo fatto neanche firmare il Patto di non concorrenza, sigh...). Ci racconteranno dell’uomo tutto di un pezzo che ha saputo darsi regole autarchiche sconfessando un intero apparato di relazioni industriali, introducendo un proprio contratto in barba a leggi e statuti italici e mettendo alla porta quella fastidiosa sigla sindacale capace solo di contestare e rendere impervia l’opera dell’imperatore massimo.

Lui, che ha versato lacrime amare su uno Stato che lo ha abbandonato al suo triste destino nel momento del bisogno (dimentico di casse integrazioni, fondi, mobilità ed incentivi versati nel tempo) ma che non ha perso tempo a sputare nel piatto dove lautamente mangia appena varcata l'orientale muraglia là, dove l’imprenditore fa e disfa senza che nessuno intervenga, senza che ci siano regole, senza che qualcuno difenda i diritti di ogni singolo uomo.

Un imprenditore da video games, e come nei video games basta schiacciare un pulsante per far saltare un edificio, senza però tenere conto che in quel surreale luogo vi sono migliaia di lavoratori che rischiano il licenziamento, la disoccupazione, la fame.

Fregherà qualcosa a Sergio, che gli spaghetti, come cantava Bongusto, se li mangerà a Detroit ? Forse no, ma nel giusto diritto di scegliere dove meglio investire i propri soldi, una cosa la vogliamo chiedere al Divino : genuflessi la supplichiamo, restituisca all’Italia anche solo il 10% di tutti i benefici di cui ha goduto Mamma Fiat in questi ultimi vent’anni: non solo porteremo a zero il debito pubblico, ma, senza dubbio alcuno, potremo investire la rimanenza per dare lavoro a tutti i disoccupati d’Italia e fors’anche d’Europa.

Ah, un ultimo pensiero: scommettiamo che l’accetta cadrà su Mirafiori ?

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