giovedì 29 novembre 2012

Peppone e Don Matteo

Mi sono sentito un po', ieri sera, come la mitica Signora Robinson comodamente sdraiata sul divano per assistere al "Candidates Debate", ultimo atto, se Dio ci assisterà, della interminabile querelle delle primarie del Centro Sinistra.


Da una parte Peppone Bersani, l'immagine rassicurante del non cambiamento e di una politica di compromessi e coalizioni ormai stantia e dall'altra lo Yuppy di Ponte Vecchio, il "rottamatore" dai piedi di cristallo che un po' attacca e un po' si ritira, scagliando la pietra ma cercando attentamente di nascondere la mano per non farsi scoprire.
In mezzo domande scontate di un giornalismo poco incline alla polemica e alla verità ed una serie di applausi a comando per convincerci che gli astanti della disfida fossero ancora svegli.
Chi avrà vinto questo sonnacchioso ed austero confronto ?
Tornando alla Signora Robinson, mi verrebbe da dire nessuno dei due, perchè "Every way you look at it, you lose", cioè comunque tu la veda, hai già perso.
Mi spiace non essere in sintonia con i tanti amici del PD che hanno salutato queste primarie con l'enfasi di un nuovo afflato di libertà nella politica corrotta di questi anni, nell'impeto di una partecipazione popolare che, temo, sarà purtroppo fine a se stessa. Certo, è innegabile che il PD vincerà la tenzone della prossima primavera, non fosse altro per la carenza di rivali credibili in un Centro Destra dilaniato da faide e correntine interne, ma sia che il proprio popolo premi Peppone sia che sul trono posi il suo real deretano Don Matteo, entrambi saranno (e lo si è capito benissimo dagli scarni contenuti delle risposte di ieri sera) schiavi di quella cambiale per l'Europa che il governo Monti continua imperterrito a firmare in questi suoi troppi giorni da condottiero.
Nulla potrà cambiare, perchè nulla si vorrà cambiare: non cambierà la pressione fiscale sui poveri Cristi, non cambieranno leggi su pensioni, lavoro, aiuti alle banche a discapito dei cittadini e, soprattutto, nulla cambierà in seno a quella classe politica che rappresenta il vero tumore della nostra derelitta Nazione.
Certo, qualche tasserella qua e là verrà forse ritoccata, ma subito si troverà il correttivo per garantire il nostro ormai indelebile schiavismo verso Germania and Co., perchè la retta via è stata tracciata e niente e nessuno potrà farci tornare indietro.
E non ci si illuda che la politica faccia la guerra a se stessa: non la si è fatta in passato quando le opportunità per riscrivere la storia di questo Paese erano evidenti, figuriamoci adesso che il marcio ha ramificato praticamente dappertutto e si andrebbero a ledere troppi nascosti interessi.
Cosa ci può salvare ? La tramontana che soffia dal Golfo di Genova, per quanto impetuosa, appare ancora troppo debole per modificare la scacchiera, ma se unita a questa ci fosse la forza emergente di quei tanti giovani ancora lontani da interessi personali e ancora innamorati di un'idea, di una speranza di cambiamento, forse potremmo insieme, al di là di pensieri diversi, attraccare la nave Italia in un porto più sicuro dove poter dare un futuro alle nuove generazioni ed un presente a chi, con enormi difficoltà, cerca di sbarcare onestamente il lunario.
Una spinta nuova, un nuovo desiderio di essere protagonisti della propria esistenza senza nascondersi dietro a leader che tali non sono, se non per i loro interessi personali.
Io credo che, malgrado le montagne che dovremo scalare, tutto ciò sia ancora possibile: e voi ?

Nessun commento:

Posta un commento