venerdì 7 dicembre 2012

Dio voglia che i Maya...

Dio voglia che i Maya avessero ragione e che il 21 dicembre fosse veramente la fine di tutto, perchè dopo la ferale settimana che ha visto prima il trionfo di Peppone Bersani e poi il nefasto ritorno in campo di Napoleone Silvio (con annessi innalzamento dello spread e attacchi sinistroidi di diarrea acuta), l'unica speranza che rimane al nostro rattoppato stivale è che un grande asteroide lo colpisca trascinandolo nel più profondo buio di un oceano senza farlo mai più riemergere.
Se però così non fosse, se però la profezia fosse solo una lontana bufala e il 22 mattina ci risvegliassimo con il sole alto nel cielo e con la necessità di andare avanti, allora potremo serenamente arrivare alle prossime elezioni e decidere noi, e non il destino, che cosa fare della nostra povera Patria.
Non vi inviterò a votare questo o quell'altro, seppur sia conosciuto ai più il mio orientamento suggellato dalla recente partecipazione on line alle stellari primarie, ma vorrei che tutti voi, nell'angusto spazio di quella cabina, chiudeste per un solo istante gli occhi e ripercorreste questi nostri ultimi, sofferti anni.
Vorrei che guardaste al dissesto creato dalla improvvisata banda dei Full Monti, alle tante, troppe tasse versate in nome della salvaguardia di un sistema finanziario e bancario che come un tritacarne sta distruggendo quel po' di buono che ancora rimane facendo chiudere aziende, perdere posti di lavoro e trasformando la nazione tutta in una massa di zombie disperati alla ricerca di una ragione e di un modo per continuare a sopravvivere.
Eppure, pensando al vuoto in cui stiamo fluttuando prima dell'inevitabile e ferale schianto, vi invito non solo a maledire chi quella spinta ci ha dato, ma anche a ripensare a chi, sull'orlo di quel baratro, ci ha lentamente ed inesorabilmente portato.
Pensate ai volti paciosi o meno di quei protagonisti, dei Berlusconi, Bersani, Casini, Fini, Bossi passando per Fiorito, Formigoni, Fassino, Vendola, Santanchè, Lusi Penati Minetti e chi più ne ha ne metta. Pensate alle loro ricchezze, ai loro privilegi, ai loro sotterfugi, ai sottili giochi di potere che hanno sconquassato la vostra quotidianità succhiandovi le ultime stille di sangue come vampiri costantemente assetati.
Ma non soffermatevi solo sui volti di questo teatrino dell'assurdo e fate lo sforzo di ripercorrere, come in una carrellata cinematografica, gli sguardi incrociati per strada di gente comune, di gente senza lavoro e senza futuro, di cancelli sbarrati e ciminiere che non fumano più, di mani tese alla ricerca di un aiuto, di bistecche non comprate (e non resort maldiviani) per arrivare a fine mese, di giovani a cui stanno rubando il futuro e di anziani a cui stanno delapidando il presente.
Di fronte a tutto questo, di fronte ad un Paese assurdamente inerme che come una spugna sta assorbendo tutto il degrado di una classe politica ed imprenditoriale a dir poco squallida, vi toccherà riaprire gli occhi e, con la matita in mano, porre la sofferta crocetta che non sarà più il solito meccanico gesto di sempre, ma un simbolo gravato di una terribile responsabilità: decidere di cambiare, di scegliere altre strade, oppure diventare corresponsabili di questo scempio.
Io, malgrado i dubbi, la mia scelta l'ho fatta: e voi, volete cambiare o continuare ad essere la longa mano dei vostri carnefici ?

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