venerdì 11 gennaio 2013

Nè Vincitori nè Vinti

Qualcuno ne sarà rimasto deluso, soprattutto quelli che si aspettavano una serata "sangue e arena" con insulti, grida e rivendicazioni piene di rancore. Altri avranno voluto vederci la vittoria di Napoleone (o di Pirro se preferite) che nella tana del lupo ha saputo tener alto il baluardo di una genialità e capacità di comunicazione fuori dal comune, tanto da annichilire il buon Santoro e tutte le truppe al seguito.
Io, senza grandi aspettative e non amando la televisione sguaiata o servile, ho visto del buon e sano giornalismo scevro di sensazionalismo, colpi di scena, teatralità di shakespiriana memoria che ha saputo con garbo smontare quel poco di credibilità che il Cavaliere vanta ancora presso le italiche tribù.
Niente botti, dunque, nel faccia a faccia Santoro - Berlusconi ed è giusto che sia stato così. Il solito inappuntabile Travaglio, il duo Costamagna - Innocenzi partito col piede giusto ma troppo presto abbandonato dietro le quinte, un Cavalier Errante che per tre ore ha parlato del nulla, ha contraddetto il nulla, senza aggiungere o togliere niente all'individuale giudizio che ognuno ha sulla persona e sull'operato politico.
Istrionico come sempre, ha alternato momenti da giullare di corte alle solite, interminabili spiegazioni sulla navetta o sull'amico turco, ma mai rispondendo, com'è nella tradizione, appieno ai quesiti posti da un conduttore forzatamente pacato perchè costretto ad evitare un faccia faccia che avrebbe portato l'incontro sui binari desiderati dal cavaliere, quelli cioè della caciara e dell'insulto.
Così abbiamo capito che se n'è andato per "senso di responsabilità" pur essendo stato vittima di un complotto, che la Merkel, mentre lui "ciacolava" in riva al fiume, era in stato di adorazione e non lo stava amorevolmente mandando a quel paese, che l'Imu era cosa loro ma in realtà l'ha messa Monti che non doveva metterla ma l'ha messa perchè ha la testa dura e nessuno è riuscito a fargli cambiare idea, che Travaglio ha avuto cause civili per diffamazione sempre comunque inferiore alla metà del numero di escort da lui mantenute a 2.500 Euro al mese.
Alla fine, una sola piccola colpa: di non essersi accorto, offuscato forse da trombante delirio, che la crisi economica imperversava e mentre si preoccupava di salvare Ruby And the Gang dalle patrie galere lasciava affondare un intero Paese nel fallimento e nella miseria.
Insomma, lo Chansonnier d'Arcore non ha convinto pienamente ed è crescente il dubbio che l'italico popolo, tra la star del Bagaglino e i vaneggiamenti da Lambrusco di "Crozza"-Bersani si orienti a scegliere l'austero loden di "Rigor Montis" a meno che, folgorato sulla via di Damasco, non decida di diventare protagonista principe del suo destino firmando una cambiale in bianco a Grillo e alle sue stelle.
L'ultima nota di riflessione, per chiudere, la vorrei dedicare a tutte quelle autorevoli firme che oggi, sull'album di famiglia, hanno espresso il rammarico per ciò che, ieri, poteva essere e non è stato; sarà così, ma almeno non abbiamo visto i soliti esercizi di genuflessione e prostrazione che in questi anni hanno accompagnato le gesta delle "Bugiarde", delle "Repubbliche" e dei "Pompieri della Sera" verso i leader di una classe politica (e non solo quella) che sta ormai inevitabilmente segnando il passo. Ah, non ho citato i "Liberi", i "Giornali" e le "Unità": ma quelli mi viene sempre più difficile accomunarli alla definizione "Quotidiano di Informazione"...

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