Se Lucio Battisti avesse scelto il treno per raggiungere la sua amata nella canzone 7,40, l’avrebbe certamente già trovata tra le braccia di qualche giovine virgulto e il fiore nascosto nella valigia sarebbe spirato per raggiunta anzianità. E quale treno potrà aver mai preso il Generale di De Gregori che “mezzo vuoto e mezzo pieno va veloce verso il ritorno” ?
Certamente non ha utilizzato il servizio di Trenitalia, che di vuoti ha solo gli spazi di lunga attesa sui marciapiedi e di veloce il disco con voce flautata che ripete all’infinito “ci scusiamo per il disagio”. Ieri i treni si sono fermati, per un giusto ed indiscutibile sciopero, dalle 10 alle 14, ma alle 18 è ripartita la solita pantomima, con una media dei ritardi di 30 minuti circa. Effetto dello sciopero direte voi ? No, normale amministrazione per chi fa vita di pendolare sulle linee Torino Cuneo o Torino Savona. E a Torino un treno dato in partenza alle 17,35 veniva annunciato fermo per guasto tecnico e si consigliava i passeggeri di salire su quello in partenza alle ore 18 per poi farli tornare su quello delle 17,35 che forse partiva e via così, con un’orda di persone che continuava a correre da un binario all’altro senza sapere esattamente cosa sarebbe successo e soprattutto a che ora sarebbe mai arrivato a casa. Routine dicevo, perché con Trenitalia la vita del pendolare è più avventurosa e rischiosa di quella di Indiana Jones perso nella Valle dei Templi alla ricerca del Sacro Graal. E se Soprano si vergogna per la pulizia dei treni, si figuri noi che costretti a scomodi viaggi in piedi e continui ritardi consumiamo parte della nostra giornata, per obbligo e non per piacere, su vagoni fatiscenti dove d’inverno non funziona il riscaldamento e d’estate sono bloccati i finestrini nell’attesa di rivedere le luci di una stazione d’arrivo che paiono non arrivare mai.
Certamente non ha utilizzato il servizio di Trenitalia, che di vuoti ha solo gli spazi di lunga attesa sui marciapiedi e di veloce il disco con voce flautata che ripete all’infinito “ci scusiamo per il disagio”. Ieri i treni si sono fermati, per un giusto ed indiscutibile sciopero, dalle 10 alle 14, ma alle 18 è ripartita la solita pantomima, con una media dei ritardi di 30 minuti circa. Effetto dello sciopero direte voi ? No, normale amministrazione per chi fa vita di pendolare sulle linee Torino Cuneo o Torino Savona. E a Torino un treno dato in partenza alle 17,35 veniva annunciato fermo per guasto tecnico e si consigliava i passeggeri di salire su quello in partenza alle ore 18 per poi farli tornare su quello delle 17,35 che forse partiva e via così, con un’orda di persone che continuava a correre da un binario all’altro senza sapere esattamente cosa sarebbe successo e soprattutto a che ora sarebbe mai arrivato a casa. Routine dicevo, perché con Trenitalia la vita del pendolare è più avventurosa e rischiosa di quella di Indiana Jones perso nella Valle dei Templi alla ricerca del Sacro Graal. E se Soprano si vergogna per la pulizia dei treni, si figuri noi che costretti a scomodi viaggi in piedi e continui ritardi consumiamo parte della nostra giornata, per obbligo e non per piacere, su vagoni fatiscenti dove d’inverno non funziona il riscaldamento e d’estate sono bloccati i finestrini nell’attesa di rivedere le luci di una stazione d’arrivo che paiono non arrivare mai.
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