Qual è il prezzo della libertà ? Dieci milioni di Euro risponderebbero i detrattori dell'ultima ora di Michele Santoro, in trepidante attesa di veder ruzzolare la sua decapitata testa dal patibolo. Ventiquattro milioni potrebbero invece rispondere coloro che, sommando le gentili concessioni statali (e quindi soldi dell'italica gente) avute nel corso del 2008 da quattro tra le più importanti testate giornalistiche (Libero, L'Avvenire, L'Unità e La Padania), vorrebbero un'informazione ed un mercato libero da catene e vincoli.
La libertà, però, non è merce per il vil denaro, ma proviene da ciò che più è intrinseco alla nostra onorabilità, ai nostri valori morali: in una parola sola dignità. La dignità, quella che sempre più spesso viene sottomessa ai voleri del padroncino di turno, quella che ti spinge a lasciare un lavoro sicuro per non infangarla ulteriormente, quella che troppo spesso pare essere oggetto di baratto nel nome del potere o per quattro miserabili Euro. Santoro lascia il campo perchè la sua non ha padroni da ossequiare, neanche quelli fino a ieri creduti amici e dimostratisi invece rapidi e solerti ad imbracciare il fucile e a colpire alle spalle colui che, fino a pochi attimi prima, era stata la bandiera della loro battaglia in favore della giustizia. Maria Luisa Busi, l'angelico volto del Tg1, la affida ad una missiva inviata all'Augusto Imperatore nella quale esprime il suo dissenso per corsi da maggiordomo e natiche scolpite per una calda estate che offuscano ed offendono la verità della cronaca. Il rovescio della medaglia, purtroppo, esiste: c'è chi decide di comprimere gli Award conquistati e una carriera da inviato in prima linea tra le pagine di un libro sugli omicidi eccellenti che fortemente stride con l'attualità dell'italica storia; oppure chi applaude a comando gli interventi di Zaia e Santanchè mentre sprofondano nell'assoluto silenzio le elucubrazioni (sarà stato colpa dell'ora tarda?) di un ironico e pungente Beha. 33 giornalisti assassinati, 171 rinchiusi nelle patrie galere in compagnia di 91 bloggers: questi sono i numeri (del 2009) della libertà, quella libertà che vogliamo tornare a respirare come al Paladozza: una libertà che ci permetta di conoscere, capire senza essere anestetizzati dai valvassori di turno i quali, oscurandoci la verità e trasformandoci in automi incapaci di intendere e di volere, estirpano giorno dopo giorno la nostra dignità di essere uomini.
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