giovedì 17 febbraio 2011

Il Declino del Capitano

Come sta il calcio italiano ? A vedere i risultati in Champions League di due delle nostre più fulgide protagoniste, sicuramente male. Sull’onda lunga di un mondiale avvilente e di un’Europa League che ha letteralmente falcidiato la nostra partecipazione, Milan e Roma non hanno certo dato incoraggianti segnali di ripresa, soprattutto se pensiamo agli avversari non di prima fascia che il sorteggio ha messo loro di fronte.
Un italico calcio che, Inter a parte, non sembra assolutamente in grado non solo di soppiantare, ma neanche di scalfire l’egemonia di nazioni come Spagna ed Inghilterra relegandoci ad un ruolo da comprimari non certo degno della nostra tradizione pallonara.

Siamo al tramonto di una generazione, quella generazione che solo quattro anni or sono ci regalò un mondiale tanto inatteso quanto meritato; e i ricambi, le forze nuove, paiono veramente mancare se continuiamo a ricorrere a mercenari stranieri per risollevarci il morale. E’ triste assistere impotenti al declino di campioni che tanto hanno dato alle loro squadre, ed è ancor più triste se pensiamo che le icone di questa lenta discesa verso l’oblio si chiamano Gennaro Gattuso e Francesco Totti, due fuoriclasse nel loro modo di interpretare il calcio. Contro i bollenti speroni londinesi, il buon Ringhio ha messo in scena una delle sue peggiori interpretazioni scagliandosi inopinatamente contro lo Squalo Bianco, al secolo Joe Jordan, dopo che i bollenti ardori erano stati accesi da un’entrata a dir poco assassina del suo compagno Flamini. In quello sfogo, in quell’ardore, c’è tutta la delusione non solo di un’inopinata sconfitta subita sul campo, ma della difficoltà di un trentatreenne nel continuare a riversare sul campo quella grinta, quella determinazione che lo hanno reso un fuoriclasse. E di fuoriclasse in declino, temo, si debba parlare anche di un Francesco Totti dilaniato dagli infortuni e lontanissimo dall’essere ancora il faro illuminante di una Roma devastata da un branco di giovani brasiliani emigrati in Ucraina. Un tempo la palla veniva calamitata dai suoi magici piedi e da questi partivano afflati di assoluta poesia calcistica; lanci, tiri, colpi figli di una genialità indiscussa. Ieri sera invece quella palla sembrava girare lontanissima da lui, nascosto tra le maglie di una difesa più rapida e reattiva persino dei suoi pensieri da campione. Un colpo di tacco, una sassata da fuori: troppo poco per non parlare di lento declino e per giustificarne ancora la sua presenza in campo. Gattuso, Totti, Del Piero: eroi di un tempo che l’inesorabile decorso della vita ci sta lentamente sottraendo: il guaio vero però è che, alle loro spalle, regna il vuoto più assoluto.

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