L’hanno visto rantolare, colpito mortalmente mentre si
librava in volo sui verdi prati dei giardini di Kensington, miseramente
derubato dei suoi sogni, e non solo di essi. Peter è lì, disteso e affranto,
come mai lo era stato prima, un colpo ferale sferrato da mano che credeva amica
e che invece ha atteso di vederne le spalle per tradire ciò che un amico non
tradirebbe mai.
Caduto, con le ali spezzate, con il conto di una vita che
non gli permette di essere diverso dagli altri, di coltivare sogni, perché nel
mondo reale chi sogna è debole, è perduto, è vittima dell’odio e della falsità
che immancabilmente lo circonda.
Già altre volte si sentì perduto quando la violenza della
vita presentò ai suoi trasognanti occhi il conto salato degli ameni inganni, il
triste e doloroso declino delle persone a lui più care o il fango gettatogli
addosso solo perché non allineato ad un sistema, ad un modo di agire e di
pensare che non si confà a chi la realtà se la ricama sulla pelle senza seguire
schemi e dettami di un mondo che pare non appartenergli.
Cadde e si rialzò; poi fu di nuovo colpito dalla ferrea mano
del Capitan Uncino, ma la ferita fu presto rimarginata con l’amaro sapore delle
lacrime, quelle stesse lacrime che ora solcano il suo viso di eterno bambino
misto al sangue di ferite che l’umana cattiveria gli ha inferto.
Ma si rialzerà Peter Pan, anche questa volta sarà più forte
dei suoi detrattori e di squallide sirene a cui, certamente, non crederà più.
Si leverà in piedi con quel macigno sulle spalle che ha distrutto il suo mondo
e reso polvere i suoi irrefrenabili sogni e continuerà nel suo cammino verso l’isola
che non c’è perché questo è il suo destino, la strada da percorrere. Avrà al
fianco la sua Wendy ed un fardello di sogni infranti, ma a chi avrà la fortuna
di incontrarlo dedicherà sempre il suo sorriso e tenderà l’amichevole mano.
Peter Pan, in fondo, è fatto così: che siate orchi o sirene,
pirati o piccoli bambini trasognanti a lui non importa: siete uomini, e questo
basta per farlo ancora volare nel cielo azzurro del suo fantastico mondo.
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