C’è un mondo fatato nell’italico universo ove la passione
popolare trova naturale sfogo, a volte anche con toni e atteggiamenti
esacerbati ed assurdi, ma che spesso aiuta l’antico volgo a distrarsi, con i
suoi ameni inganni, e a non riflettere sulle tristezze del consunto stivale
dolcemente adagiato su mediterranee acque.
E’ un mondo di gnomi e folletti in mutande osannati e
decantati da improvvisati cantori che ora corrono dietro a un sogno di
grandezza, ora dietro dietro una palla, ora (e ultimamente troppo spesso)
dietro allo slavo scommettitore di turno che regala ai ricchi il sogno di una
ricchezza ancor più grande.
Il mondo del calcio è, in tutto e per tutto, lo specchio fedele della società che rappresenta, almeno qui da noi. Un mondo perverso dove i Giuda di turno proliferano svendendo per trenta denari la passione, la gioia, l’innocenza fanciullesca del tifoso che ancora crede che tutto questo sia un gioco.
Un gioco ? Processi su processi da far impallidire per numero l'intera classe politica, condanne che vanno e
vengono, squalifiche simboliche che quindici giorni dopo decadono; classifiche
modificate ad ogni sospiro di vento, società spostate ora in serie A, ora in
serie B, con una sola certezza: l’Atalanta, tutti gli anni, parte in classifica
con le temperature di Mosca a Dicembre.
Si può ancora credere nel dorato pallone ? Si può ancora
guardare una partita pensando che il risultato finale non sia condizionato da una scommessa, da una combine, da un tacito accordo tra le parti ? La
sceneggiata partenopea non è che l’ultimo atto di una commedia che sfiora il
grottesco, lasciando interdetti chi vede svanire all’improvviso una pena
comminata da una giustizia ormai poco credibile.
Processi infiniti, promesse di nomi altisonanti dietro la
macchina delle scommesse per poi veder sempre tutto ridursi a tarallucci e
vino, contravvenendo ad una semplice quanto banale regola: o si è colpevoli, e
dunque si paga, oppure si è innocenti e la pena non può essere comminata.
Credibilità: una parola che pare essere stata cancellata dal
dizionario italiano. Quale credibilità può avere il calcio che, dopo lo tsunami
del 2006, tutto doveva cambiare e nulla invece ha fatto ?
I vertici immutabili nel tempo rieletti e solidi al terreno come le radici del nome che portano, presidenti e
società scoperti con le mani nella marmellata che continuano a ricoprire ruoli
fondamentali in seno all’apparato calcistico, allenatori che non si accorgono
delle combine dei propri giocatori come se vivessero in un mondo parallelo,
giocatori miliardari che per quattro spiccioli venderebbero l’anima al diavolo;
e in tutto questo, la presa in giro della passione, dell’amore di una tifoseria
che pur di continuare ad amare nega spesso l’evidenza.
Non ho mai difeso il duo Moggi-Giraudo, malgrado la mia
indiscussa “juventinità”, così come ho sempre ritenuto “leggera” la pena
comminata alla Vecchia Signora con la retrocessione in B e qualche punto di
penalizzazione; ma nel contempo sono convinto che il marcio non fosse tutto
nelle chiuse di Corso Galileo e che ancora troppi siano i topi che dovrebbero
essere ricacciati in quelle fogne nelle quali hanno soffocato, con i loro
atteggiamenti, il gioco più bello del mondo.
Aprite gli occhi gente e ribellatevi a tutto questo; solo
così potremo evitare che anche le nostre passioni facciano parte del gigantesco
Truman Show nel quale ci troviamo a vivere.
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