“Se quel Gallo parlasse” non è soltanto il titolo di uno splendido
articolo di Bindolo apparso la settimana scorsa su “Il Corriere di Saluzzo”.
“Se quel gallo parlasse” è la storia di un uomo che ne
avrebbe tante di cose da dire, ma conoscendolo bene come solo un figlio può,
certamente glisserebbe con un sorriso profondo, lo stesso sorriso che non ha
mai smesso di brillare anche quando i drammi della vita lo hanno privato non
solo di quelle gambe da mediano "randellatore", ma soprattutto di quel bene che troppo
spesso dimentichiamo essere il primario: la salute.
A breve Beppe avrebbe compiuto 86 anni, ma la sorte maligna
gli ha impedito di godersi un meritato riposo dopo tanti anni di incudine e
martello, di fumi della forgia, di piccoli capolavori creati dalla geniale
manualità che lo contraddistingueva insieme ad un’altra, irrinunciabile
qualità: l’onestà.
Forse per quello Beppe non racconterebbe mai il male che gli
hanno fatto tanti presunti amici che nel momento del bisogno si sono
trasformati in sciacalli pronti a sbranarlo o a voltargli le spalle, mentre lui sorrideva e andava
avanti covando dentro di se quei mali che lo avrebbero gioco lungo distrutto.
Certo non vi direbbe mai di quell’interesse al 37% per un
prestito fatto da un amico, oppure del dolore che provò quando, convinto di
poter ricevere voti per tornare a sedere sui banchi comunali, si ritrovò
tradito da chi aveva coccolato sulle ginocchia e seguito nella crescita quasi come un figlio.
Conoscendolo lui vi racconterebbe degli amici Gino ed Angelo, amici veri e non presunti,
dei tanti lavori fatti di cui il Gallo della Chiesa di San Giovanni non
rappresenta che una minima parte; e, senza dubbio, snocciolerebbe i nomi di
quei tantissimi ragazzi, ora uomini, che hanno popolato i suoi week end di
allenatore di squadre giovanili sempre e costantemente vincenti.
Sorriderebbe pensando ai Giorgio, Sandro, Massimo, Bepi,
Aldo (nonchè ai suoi pargoli Giampy e Dado) ricordando ogni loro singolo gesto, ogni goal, ogni vittoria inanellata
nei campi del cuneese senza troppi tatticismi e schemi ma utilizzando una
banale regola di vita: se sei più bravo, vinci.
Lui, forse, non ha vinto, perché la vita gli ha fatto pagare
un prezzo troppo salato: ma l’onestà, la sincerità, la bontà dell’uomo Dio solo
sa quanto sarebbero necessari in questo mondo di merda dove chi è così viene
considerato debole.
Se quel Gallo parlasse… ma al cuore di due figli e di tutti
quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo non ha bisogno di proferire tante parole.
Ciao Franca e Beppe, mi mancate tanto e continuo a vivere
con un solo grande rammarico: di non avervi detto una volta in più “Vi voglio
bene”.
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