La lunga e drammatica intervista apparsa questa settimana su
“Il Corriere di Savigliano”, rilasciata da Luciano e relativa ai soprusi (perché
di questo si tratta) subiti in Sekurit Saint Gobain come rappresentante
sindacale, ed il totale vuoto in cui il sindacato stesso lo ha lasciato, porta
ad una riflessione che, fuori da ogni demagogia, ha un fondo di assoluta
verità: Grillo, sui Sindacati, ha perfettamente ragione.
Si, schiavi del lavoro, ricattati per non perdere il posto e
costretti a subire le peggiori angherie perché “se non lo fai tu, ti caccio e
lo faccio fare a qualcun altro”. Un sistema marcio, colluso, dove non c’è
differenza tra chi vorrebbe alienare i tuoi diritti e chi, invece, dovrebbe
difenderli: padrone e sindacato.
Non c’è più differenza ormai, perché gli uni viaggiano a
braccetto con gli altri; su questo potrei scrivere un libro di esperienze
personalmente vissute, e non è detto che un giorno, in qualche sgangherata
libreria, non troverete un mio manoscritto che racconti ventidue anni di
ufficio Personale (e parallelamente, presso i tribunali, una bella serie di
querele), e il caso Fiat di questi ultimi tempi non è che la punta di un
iceberg che offusca agli occhi di tutti tante, tantissime situazioni come quella
di Luciano.
Sarà un caso, ad
esempio, che molti operatori di una ditta locale abbiano recentemente disdetto
la tessera sindacale dopo che le stesse organizzazioni, non curanti degli
interessi dei lavoratori, hanno firmato un contratto che sa di volgare ricatto
?
Insomma, il sindacato come lo intendevamo noi, cioè quello
delle lotte in piazza, delle catene ai cancelli, è diventato una sorta di
cagnolino che accompagna il signorotto locale garantendogli la calma piatta dei
suoi piccoli schiavi e che ha stravolto, questo grazie anche a Leggi come
quella di madama Elsa, il concetto di interesse: loro infatti firmano perché “se
non facevamo così vi licenziavano tutti”, lavandosi le mani dopo il sigillo da loro posto sulla condanna a morte dei lavoratori.
Segreterie locali sovvenzionate dai padroni, rappresentanti
che organizzano riunioni coi padroni stessi e che tutto hanno in testa fuorchè
l’interesse del lavoratore: è questo il sindacato degli anni 2000 ? E
soprattutto, serve ancora a qualcosa (magari a stilare la lista degli operai da
lasciare in Cassa Integrazione o andarsene da un tavolo delle trattative perché
la CIGS di 80 impiegati non gli interessa) quando ormai si autodelegittima da
solo ?
Nessuno ha certo bisogno di leader, e tantomeno abbiamo
bisogno di gente che tradisce il suo mandato; e se addirittura non riesci a spiegare che le
ore fatte oltre quelle previste da un contratto si chiamano “Straordinarie” forse
sei più dannoso che inutile.
Tutto questo, però, non cambierà di certo la situazione dei
tanti, troppi Luciano abbandonati da sindacati, istituzioni e forze politiche e derubati, dopo anni di onesto e integerrimo servizio, del bene più prezioso: la
dignità di un lavoro e di una vita onesta.
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