Se l’Avvocato Agnelli fosse ancora in vita, certamente la
Juve sarebbe da oggi obbligata a cercarsi un nuovo Direttore Sportivo perché la
squallida caduta di stile di Marotta, degna di un Moratti o De Laurentiis
qualunque, non sarebbe passata nel silenzio di chi ha sempre preteso una certa
linea di comportamento da parte dei suoi dirigenti.
Certo, la rabbia per gli episodi di Juventus Genoa ha fatto
trascendere il DS in affermazioni e illazioni comprensibili e in parte
condivisibili, ma non spettava a lui calarsi al livello di tanti altri
ciarlatani che popolano il mondo del calcio e soprattutto bisognava arrivare a
due evidenti e semplici riflessioni: la prima è che i magnifici 6 di sabato
sera (ci metto anche l’inutile quarto uomo) non debbano più calcare un terreno
di gioco sino alla notte dei tempi; la seconda è che, malgrado tutto, la
Juventus ha uno spessore politico a livello Lega praticamente nullo.
Se non fosse che il mondo del calcio è palesemente lontano
da combine e scommesse, verrebbe quasi da pensar male; noi, con ironico
sorriso, ci limitiamo all’inadeguatezza di una classe arbitrale (e non solo per
gli episodi di questo week end) per la quale servirebbe aumentare la qualità e
non la quantità.
Sul fronte peso politico, basta vedere la composizione del
Consiglio Federale per capire che la Juve è stata messa ai margini, confermando
al vertice protagonisti delle squallide vicende del 2006 (Galliani – Lotito) e
cerrtamente pagando la stucchevole e mai personalmente condivisa battaglia sui
30 scudetti vinti sul campo, una battaglia combattuta con quel vigore
stranamente non esibito ai tempi della retrocessione e colpevolizzazione del
duo Moggi-Giraudo.
Che il calcio non sia ormai da tempo un gioco che si
sviluppa sul terreno verde è evidente anche ai più incalliti tifosi, rimasta
forse l’ultima parte sana di questo mondo; però nella serata storta bianconera
vanno evidenziati anche aspetti tecnici che se obliati rischierebbero di
trasformarsi in un serio problema per la banda di Conte.
Il primo è legato alla fascia sinistra: perché prendere Isla
e Peluso per poi veder giocare l’improponibile De Ceglie di sabato ? Che non
sia purtroppo all’altezza della situazione, ormai, è chiaro a tutti: e allora perché
insistere e non provare a recuperare il cileno ex Udinese dandogli quella
continuità di cui, inevitabilmente necessita ?
Per ultimo, ma non per importanza, rimane il problema
attaccante. Vucinic straordinario ma discontinuo, Giovinco più delusione che
certezza, Matri e Quagliarella discreti sparring partner ma non certo prime
punte per una squadra di vertice: come si può pensare di vincere le partite
senza un vero finalizzatore ?
Ora, con l’arrivo di Anelka, si cercherà di ovviare a questo
atavico problema, ma temo (e spero di sbagliarmi e di cospargermi
immediatamente il capo di cenere) sia un brodino per combattere un forte mal di
testa vista l’età e il pedigree dell’attaccante francese.
Basterà dunque il colosso d’ebano a rinvigorire la stanca ed
adirata Signora o saremo costretti a rimpiangere l’estro dell’esiliato Del
Piero regalando al Sud uno scudetto già vinto ?
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