Leggo da più parti, oltre agli
inevitabili attacchi verso chi rappresenta il nuovo nemico da abbattere (prassi
ormai fin troppo consolidata) una lunga serie di lettere e tentativi più o meno
disperati di capire il perché di un rifiuto e, cosa più paradossale, di
addossare al Movimento 5 Stelle la responsabilità di uno stallo politico e di
una crisi di cui, in realtà, siamo più vittime che carnefici.
Premetto che il mio è il pensiero
libero di chi ha aderito al programma del Movimento senza voler assurgere a
ruoli di portavoce o di venditore di certezze, ruolo più adatto ad un certo
tipo di sinistra che continua, suo malgrado, a pontificare dall’alto di un
piedistallo di argilla considerando gli altri esseri inferiori e incapaci di
intendere e di volere, atteggiamento un po’ stucchevole da parte di chi
dovrebbe invece cercare un dialogo attraverso la comprensione.Uno dei motivetti più fischiettati è senza dubbio “dovete assumervi le vostre responsabilità” che, tradotto in termini più consoni, sarebbe “o fate l’alleanza con noi oppure sarete i responsabili della progressiva distruzione del Paese”: possibile che sia così difficile capire che tanta parte dell’elettorato ha votato il Movimento proprio perché questo non degradi in alleanze da vecchia politica con quei partiti che, loro si, hanno progressivamente portato alla soglia della distruzione l’Italia ? Possibile che gli stessi che hanno appoggiato il disastroso (e qui mi contengo) governo Monti pranzando allegramente con Alfano e Casini e che hanno governato per ben 2.577 giorni (periodo Monti escluso) da quel nefasto 15 aprile del 1994 senza colpo infierire contro il nemico giurato (all’epoca Berlusconi) ora siano qui a chiedere l’alleanza ad un Movimento che proprio nulla ha a che vedere con loro, né da un punto di vista programmatico né di interpretazione della politica ?
Non sono certo uno di quelli che
si auspica un 100% al Movimento come tanti credono, perché ritengo importante
per la sopravvivenza della democrazia un confronto sano tra modi di pensare
diversi; però credo, anzi spero, che l’impatto del Movimento porti ad un
profondo rinnovamento nel modo di vivere e concepire la cosa pubblica sia a
Sinistra, sia a Destra, iniziando magari con una concreta autocritica che non
sia il solito rimpianto “del giorno dopo” (ah, se avessimo – altro motivetto
ricorrente) e che cancelli il dubbio di un amore per l’autolesionismo che
fuoriuscendo da quegli schemi mentali appare evidente.
Possibile, ad esempio,
rimpiangere Renzi già nel the day before dopo averlo distrutto alle primarie
senza capire che solo un volto moderato (ops... mi scappa un "Democristiano") stile Prodi poteva rappresentare l’arma di successo per l’italica
Sinistra ? Oppure inglobare
nell’alleanza un SEL apertamente schierato contro la TAV che rappresenta uno
dei capisaldi della politica del PD (e una delle cause primarie della sconfitta
alle regionali piemontesi) ?
Mi fermo qui, perché non vorrei
salire anch’io, involontariamente, su quel piedistallo d’argilla e,
soprattutto, fornire consigli vincenti ad una politica che, malgrado tutto,
continua a far finta di non capire che otto milioni di italiani non solo non la
vogliono più, ma non si sentono neanche più lontanamente rappresentati da chi
nulla ha fatto per evitare il disastro in cui il nostro Paese è miseramente
caduto.
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